Roma
20 gennaio 1873
Sig. Prof
Mio riverito Signore
È mio debito ringraziarla anche a nome dei miei colleghi, per l’esemplare dei suoi ""
che si gentilmente Le piacque inviarci.
La assai volentieri preparerà un rendiconto di qualche lavoro, il quale è novella e splendida prova della attitudine che gl’Italiani ancora possiedono alla coltura della giovane scienza della letteratura.
Ma l’importanza dell’opera giustamente domanda uno studio tranquillo e maturo; ed Ella, spero, non attribuirà ad altra cagione se la non parlerà di essa innanzi che sia pubblicato il terzo fascicolo.
Ora poi, prima di chiudere questa lettera, mi permetta, Signore, una dichiarazione che da un pezzo io desiderava farle. Vedendo pubblicarsi un periodico tutto inteso agli studi con tanto onore da Lei coltivati, Ella avrà dovuto giustamente meravigliarsi che niun invito Le sia stato fatto da noi ad onorare de’ suoi scritti la nuova pubblicazione. Due ragioni ci trattennero da ciò. L’una, che i nomi degli editori, a Lei del tutto ignoti, nulla potevano seriamente prometterle circa la riuscita di una intrapresa, per la quale si fosse chiesto il suo contributo. L’altra, che riposando tale impresa unica/mente sopra forze giovanili, non poteva offrire ai Collaboratori suoi quei compensi di che i loro scritti sarebbero meritevoli, e che giornali di riputazione già soda offrono loro. Ciò, ripeto, ci persuase ad un increscioso silenzio verso la come verso altri dotti, e fece sì che ci limitassimo ad assicurarci la collaborazione di quei soli romanisti, italiani e stranieri, i quali, trovandosi già in relazione con noi, spontaneamente ci offrirono il loro ajuto.
Che se la tema di parerle indiscreti ci fece allora astenere da una domanda che vivamente desideravamo farle, ben sento di non potergliela muovere nemmeno ora, non essendo di molto mutate le condizioni. Tuttavia se l’indirizzo da voi preso, e dal quale non intendiamo punto declinare, le sembrasse meritar l’incoraggiamento di chi ama la scienza e la diffusione di questa in Italia, né le spiacesse unirsi a noi nel propugnare una causa che abbiamo comune, fin d’ora le dichiaro che saremo sempre ben lieti di porre a disposizione sua i quaderni della nostra .
Dopo ciò La prego, Signore, di accogliere l’espressione sincera della stima colla quale mi rassegno.
Della
Servo