Ernesto Monaci a Pio Rajna, 5 maggio 1877

Informazioni sul documento

Trascrizione: Alessia Di Virgilio

Codifica: Margherita Filippozzi

Data pubblicazione online: 18.3.2020

Riferimenti bibliografici: Alessia Di Virgilio, Carteggio Monaci - Rajna (1873-1877), tesi di laurea, Sapienza Università di Roma, a.a. 2018-2019.

Collocazione: Archivio Pio Rajna, Biblioteca Marucelliana, Firenze. Lettera XXXII.

Contenuto: Lettera di Ernesto Monaci a Pio Rajna del 5 maggio 1877.

Mittente: Ernesto Monaci
Luogo di invio: Roma
Data di invio: 5.5.1877

Destinatario: Pio Rajna
Luogo di ricezione: ?
Data di ricezione: ?

Caro RajnaPio Rajna (1847-1930)

Ho troppo rispetto e venerazione per l’AscoliGraziadio Isaia Ascoli (1829-1907), perché io possa mai pensare a rivoltarmi contro un fatto di cui mi consti essere l’AscoliGraziadio Isaia Ascoli (1829-1907) l’autore.

Ma siamo nel caso? Se sì, sono rassegnato a tutto, e ti do la mia parola d’onore che non mi muoverò. Ma se no, allora ti dico che sono pronto a dar fuoco alle polveri, e poi nasca quel che vuol nascere; che almeno il decoro italiano, per questa parte, sarà salvo.

Dunque, io ti prego e ti riprego innanzi tutto di darmi una spiegazione, giacché non sono riuscito finora a farmi un’idea chiara sulla cosa. Abbiamo, in conclusione, un comitato italiano, o un sotto-comitato berlinese? Siamo i portavoce di un affare già deciso, gli agenti di una soverchieria tedesca; - ovvero ci siamo riservato almeno il diritto di aver parte nelle deci/sioni che dovranno determinare l’aspetto, i limiti, e la sede della fondazione DiezDiez Stiftung? – io non posso credere che l’AscoliGraziadio Isaia Ascoli (1829-1907) abbia accettato nel primo caso; giacchè i tedeschi stessi, veduta la piega che prendevano qui le cose, e accortisi che già c’era una sorda resistenza, cominciavano a piegarsi ad altre idee.

Ho in mano lettere che mi provano come il ToblerAdolf Tobler (1835-1910) fosse pronto a ritornare in parte sul già fatto, e come GrӧberGustav Gröber (1844-1911), anch’esso del Comitato, opinasse che anche l’Italia doveva fare un comitato da sé.

Del resto, lo SchuchardtHugo Schuchardt (1842-1927), non solo mi assicurava, ma mi mandava le parole testuali, con cui l’AscoliGraziadio Isaia Ascoli (1829-1907) gli aveva dichiarato che rinunciava alla istituzione del Sotto-Comitato.

Ora, se non posso credere che lo Schuch.Hugo Schuchardt (1842-1927) m’abbia ingannato, nemmeno posso credere che l’AscoliGraziadio Isaia Ascoli (1829-1907) abbia detto una cosa e fatta un’altra. Dunque ci deve essere sotto il maneggio di qualcuno che si tiene celato, e se realmente oggi è venuto fuori un Sotto-Comitato anziché un Comitato, non può essere l’opera dell’AscoliGraziadio Isaia Ascoli (1829-1907). – Così debbo / pensare finché non avrò qualche spiegazione, e di ciò prego caldissimamente la tua amicizia. Poiché, - lo ripeto- se ciò vien dall’AscoliGraziadio Isaia Ascoli (1829-1907), come non credo, tacerò: ma in caso contrario, farò del mio meglio per attraversare e osteggiare la cosa. Intanto ti dico che non più di due giorni addietro il MamianiTerenzio Mamiani della Rovere (1799-1885) mi ha fatto invitare da parte del FerriLuigi Ferri (1826-1895) ad entrare in un Comitato che si vuole formare nell’Accd. Dei LinceiReale Accademia dei Lincei. Io ho raccontato quel che sapevo, ho detto che non potevo farne parte perché impegnato coll’AscoliGraziadio Isaia Ascoli (1829-1907).

Mi hanno risposto che l’AscoliGraziadio Isaia Ascoli (1829-1907) e il FlechiaGiovanni Flechia (1811-1892) sarebbero pure invitati. Comprendi che va a nascere così un curioso imbroglio. Per mia parte ne sono rimasto fuori, dichiarando che fino a che non fossi libero, non potevo aderire; ma intanto so che domani in una formula dell’AccademiaReale Accademia dei Lincei sarà proposta la formazione del Comitato; forse appresso si costituirà il Comitato ancora; e in tal caso avremo in Roma un comitato indipenden/te, e fuori di Roma un sotto-Comitato berlinese…

Sarebbe una curiosa faccenda…

Né i LinceiReale Accademia dei Lincei vogliono indugiare questo passo, perché riconoscono – e giustamente- che l’indugio nostro c’è davvero anche per comitato Viennese. – Basta: ora che vedi come stanno le cose qui, dimmi tu come stanno le cose da voialtri.

Dalla tua risposta dipende la decisione se io debba gettarmi a capofitto in una baruffa, o restarmene inerte a masticare il rabarbaro.

Tutto tuo

E. MonaciErnesto Monaci (1844-1918)