Milano, 24 dicembre 1877
Caro
Comunicherò al ciò che tu mi scrivi, e lo pregherò di concretare le proposte milanesi. In genere, pare anche a me, e desiderabile,
e opportuno, che la pubblicazione si faccia qui, a preferenza d’ogni altra città. Alle ragioni di ordine più elevato, si aggiungono anche le
materiali. Posto che nei volumi della il poema non potesse trovar un luogo opportuno, non dubito che l’editore stesso della
, il , non fosse per accoglier subito, e a condizioni abbastanza vantaggiose per te, l’offerta di darlo fuori in un volume a parte.
Si potrebbe adottare il formato ed i tipi adottati nella pubblicazione, con cui si festeggiò il Centenario di Legnano. Lo smercio del libro ne
verrebbe agevolato ed accresciuto di sicuro.
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Quanto al Catone, non vorrei annunziarlo prima di aver chiesto formalmente al
il permesso della pubblicazione. L’altro giorno se ne discorse così per aria, poi si passò ad altro, e non si ritornò più sull’argomento. Non c’è nemmeno da dubitare, che questo permesso non s’abbia; ma giova usare riguardi,
per poter approfittare, ogni volta che occorre, d’una biblioteca non accessibile ai più. Tanto, finché il codice è alla , non c’è pericolo d’esser prevenuti. E aggiungerei che al
dissi poi apertamente della mia intenzione. Ed egli mi assicurò che non avrei trovato difficoltà d’alcuna specie. Solo il esprimerebbe forse il desiderio che egli
si facesse tirare una o due copie in carta distinta, da conservare nella .
Sbrigato un certo lavoro che ho per le mani, vorrei mettermi all’. In che fascicolo potrà aver posto la prima parte? Giacchè è ben certo che bisognerà dividere la pubbli / cazione. Come appendice,
sarebbe da dare quel sesto, di cui ti feci cenno l’altra volta, e che da solo verrà ad occupare un par di fogli.
Uscita che sia la prima dispensa, ti manderò probabilmente l’articolo, per cui t’ho già tanto seccato. Non mi so decidere a darlo ad altri che al tuo. Se potrai farlo stampare presto, e provvedere ch’io abbia gli estratti,
appena possono esser pronti, mi farai un vero piacere.
Provvederò di soddisfare il tuo desiderio riguardo al codice del . Non conosco il proprietario, e però, specialmente dopo l’insuccesso , è necessario ch’io ricorra a dei giri per arrivare alla meta. Spero di giungerci.
Sono stato oggi stesso a cercare di un amico, che mi dovrebbe servire di primo intermediario, ma non l’ho trovato. È un Direttore di giornale, e però anche domani sarà irreperibile. – Io pure preparo una recensione del lavoro del
per la Perseveranza. Credo che ci troveremo d’accordo / nella sostanza del giudizio. Secondo me, il lato debole del libro e la parte storica, quella in cui si espone lo scioglimento del genere.
Termina e principia lietamente l’anno.
Il tuo silenzio mi fa sperare che la salute di tuo figlio abbia mantenuta la promessa del Settembre. T’auguro, che da questo lato almeno, tu non abbia più a nutrire apprensioni.
Voglimi sempre bene e credimi
Tuo
P.S quasi quasi dimenticavo la cosa di cui più mi premeva. Il , nel Suo “Dante et les orig. De la langue et de la litt. It., I, 257”, cita un modello di lettera di raccomandazione, contenuto nell’ di . Sarebbe diretta
al D’Este, e servirebbe a presentargli . Pur essendo una finzione, ha, naturalmente, / interesse per me, che appunto adesso sto studiando . Ma come fidarsi d’un traduttore e d’una traduzione francese?
E intanto il non è pubblicato, e qui nell’ non esiste ms. Bensì un codice si trovava nel secolo passato costì, all’, n. 13, lett, H. se ne danno estratti nel (Sarti) De claris archiggmn. Bonom, professoribus.
Cotesto esiste sempre, o è forse andato ad arricchire la ? potresti, dietro questa indicazione, trovar il codice, e trascrivermi l’originale della lettera? Per quanto posso argomentare dal sommario che si contiene nel prologo, dovrebbe stare nel sesto ed ultimo libro, poiché in esso,
tra l’altre cose, si tratta “De laude sapiente atque sapientium et confortazione doctrina”. Mille scuse, e ringraziamenti anticipati. Il titolo dell’opera in cotesto codice è Forma litterarum Scholasticarum.