Graziadio Isaia Ascoli a Ernesto Monaci, 9 ottobre 1879

Informazioni sul documento

Trascrizione: Stefano Boschi

Codifica: Stefano Boschi

Data pubblicazione online: 6.4.2021

Collocazione: Archivio Monaci, Società Filologica Romana, presso il Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali, Sapienza, Università di Roma. Busta n. 1, fascicolo 49, lettera 19.

Contenuto: Graziadio Isaia Ascoli a Ernesto Monaci, 9 ottobre 1879

Mittente: Graziadio Isaia Ascoli
Luogo di invio: Milano
Data di invio: 9.10.1879

Destinatario: Ernesto Monaci
Luogo di ricezione: ?
Data di ricezione: ?

Milano, 9 ott. 79.
Carissimo amico,

Ho tentato di farle una visita, insieme col MeyerPaul Meyer (1840-1917), nelle poche mezz’ore che si son passate a Roma; ma è stato, ahimè, un vano tentativo, e non ho, per ora, alcuna speranza di poterlo rinnovare. Avrei voluto dirle tante cose e prima di tutto farmi perdonare il troppo lungo mio silenzio. Poiché è ben vero, che la cara Sua del 28 maggio non mi domandava una risposta se non nel caso che l’ArchivioArchivio Glottologico Italiano, 1873-. non Le potesse consentire la dilazione di cui Ella aveva bisogno per portare l’Antologia perug. all’ultima sua perfezione; ma nondimeno ioGraziadio Isaia Ascoli (1829-1907) Le avrei dovuto scrivere ben prima d’ora e cento volte l’ho voluto fare. Senonché, l’anno scorso è stato per me il più tribolato di tutti gli anni, e ogni mia più cara corrispondenza ha dovuto, con mio grande rammarico, andar negletta.

Ora dunque son nella ferma speranza che la Sua AntologiaErnesto Monaci, Antologia perugina (mai pubblicata). sia bell’e pronta, e non ho bisogno di dirle con quanto desiderio io l’aspetti. Stamperemo simultaneamente, e in caratteri nuovi, il primo fascicolo del settimo volume e il primo dell’ottavo, l’uno aprendosi con la Sua Antologia e l’altro con la parafrasi lombardesca d’un testo di S. Grisostomo, edito dal FoersterWendelin Förster (1844-1915).

Se, per la parte estrinseca e sin dove le diverse condizioni il consentan volentieri, EllaErnesto Monaci (1844-1918) avrà accettato il tipo dei “Testi Friulani”, Le ne avrò un’obbligazione di più; altrimenti, vorrà dire ch’Ella avrà avuto le Sue buone ragioni per dipartirsene, e me ne terrò pago a ogni modo. Per qualche documento friulano, che dal lato della lingua nulla o poco offriva di caratteristico o di nuovo, è entrato il criterio estetico a voler che si ammettesse. Dove all’incontro e l’interesse istorico e il poetico venivan meno, abbiamo adoperato la falce con poca o nessuna misericordia. Nelle note lessicali ci tenemmo assai parchi; ma lì c’era una ragione, che per il perugino non sussiste: l’aversi cioè, alla mano di tutti, un vocabolario copioso e ben fatto. Nelle ragioni letterarie, il Friuli rimane poi ben più isolato che non una contrada qualsiasi dell’Italia centrale; ed è superfluo soggiungere, che di tutto il corredo di confronti letterarj ecc., onde a LeiErnesto Monaci (1844-1918) paresse d’arricchire la Sua collezione, tutti Le saremmo riconoscenti come di un nuovo e preziosissimo dono.

Che Le è parso dello sgomento che d’improvviso ha colto il buon MolteniEnrico Molteni (1855-1879) e lo ha costretto a mancarci sul più bello? A me ne è rincresciuto assai più per il ritardo nella spedizione del fascicolo, che non per le tre o quattro sere che m’ha costato il far quell’Indice da me stesso. Ma il povero MolteniEnrico Molteni (1855-1879) deve temere che io sia proprio andato in collera, poiché non s’è più fatto sentire, né vedere. La verità è, che io gliela ho perdonata da un pezzo, e che la paura ha a lui fatto dimenticare un altro suo impegno, per il quale io sono ora costretto a disturbare la bontà di LeiErnesto Monaci (1844-1918). M’aveva egli cioè procurato, dalla libreria dell’Istituto prussiano, l’opuscolo del GarrucciRaffaele Garrucci (1812-1885) del quale s’è ripetutamente discorso (Cimit. degli Ebr.Raffaele Garrucci, Cimitero degli antichi Ebrei scoperto recentemente in vigna Randanini, 1862., Roma, 1862); ma avvenne che me lo mandasse troppo presto; di guisa che io fui costretto a rimandarlo prima d’aver finito il lavoruccio per il quale ne avevo ed ho bisogno. Potrebbe ora la sua gentilezza farmelo ottenere una seconda volta, per solo un paio di settimane, od anche meno, se pajono troppe? Le sarei davvero gratissimo anche di questo; e chiedendole molte scuse della libertà che mi prendo, Le stringo affettuosamente la mano, e sono, coi sentimenti ch’EllaErnesto Monaci (1844-1918) conosce,

il Suo

G. I. Ascoli.Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907)