Napoli / Via Roma 16
7
giugno 1880
Egregio Signor Professore,
Memore della gentile accoglienza, ed anche dell’invito cortesissimo ch’Ella
ebbe la bontà di farmi costà, Le scrivo per domandarle se la sua
darebbe posto ad un mio lavoretto. Il titolo, che basta a indicarle l’indole
e il contenuto dello scritto, è . Ho raccolto un certo numero di
notizie intorno a rappresentazioni ancora usate, ho messo insieme, tra
stampe e manoscritti, un cert’altro numero di testi di drammi che si
recitano tuttora: se Ella acconsente, m’occuperò – e subito – di cavare, da
questo materiale, un articolo.
Le sarei pure grato se mi indicasse il tempo in cui dovrei mandarle il
manoscritto.
Un’altra domanda: se la Rivista non s’è occupata della del , né degli di
, m’offro io a scrivere
qualcosa.
Fui a Roma nel maggio passato; non venni a vederla per timore di tediarla.
Tornerò nella prima metà di luglio, per trattenermi qualche mese, e allora,
col suo consenso, mi permetterò di farle visita.
Ella mi accennò – se non erro – alla prossima pubblicazione d’un volume della
Rivista. La , che è associata, è chiusa da alcuni mesi, e non ho
potuto saper niente in proposito. Son troppo ardito a domandarle che, se il
volume è pubblicato, me lo faccia spedire dall’editore? Immediatamente gli
spedirò il prezzo relativo.
Perdoni, egregio
Professore, queste
noie che le do; comandi me pure, e mi creda
Suo