Il scrive al con parole per me benevole, ma in modo assai impacciato. Non si rifiuta l’idea
che l’ provveda, da anno in anno, al mio insegnamento, senza che occorra nomina o conferma governativa, ma dice che di questa idea non sarebbe
il caso di parlare, se io aderissi a tosto riprendere l’insegnamento e a desistere dalle dimissioni, nella quale ipotesi egli
non darebbe più corso al decreto dell’ 11
Non si vede così, s’egli intende che io concorra con una mia domanda perché il decreto rimanga sospeso o abolito. A questo io assolutamente non mi presterei.
Ma se non ho alcun obbligo di codesta specie e se il tempo di servizio, che io ora aggiunga, può avere effetto utile in ordine alla pensione, io sono disposto a continuar
nell’antico ufficio insino a che sieno indiscutibilmente colmi i 25 anni di scuola. Spero e credo che l’
e altri amici non mi disapproverebbero, se io così facessi, e son sicuro che mi approverebbe il .
Né l’affezione di Lei saprebbe risolutamente condannarmi!
Ma quando si compiono i miei 25 anni di servizio? Ecco il quesito. La mia nomina è del 3 giugno 1861, con la decorrenza dello stipendio dallo stesso giorno. Io
otteneva dal un dieci mesi di tempo per provvedere al mio trasferimento; e il 21 di marzo dello stesso anno, senza che lo stipendio
fosse ancora attivato, un nuovo decreto reale ne sospendeva la decorrenza insino al giorno in cui entrassi in ufficio. Questo giorno quale è poi stato? Io non ne ho precisa notizia o memoria,
perché allora nessuno pensava a melanconie di questa specie. Nel luglio di quell’anno io era qui e assisteva agli esami, ma non ne ho prova. Il 15 settembre, sempre del 61,
io era nominato, in qualità di professore, a far parte della commissione per il concorso di letteratura orientale nell’università di Napoli,
della quale commissione sono anzi stato relatore. Finalmente, una dichiarazione ufficiale del Preside dell’,
data il 12 novembre 1861, dice che io già aveva assunto la mia funzione.
C’è ancora un fatto recente da considerare nel compito. Il mi portò, nella precedente sua amministrazione,
all’aspettativa senza il soldo, la quale ha durato un quattro mesi.
Tutto dunque sommato, qual è il sicuro termine che si pone al compimento dei miei 25 anni di servizio?
Se appurato questo termine, con la maggior sollecitudine che far si possa; Ella me lo vorrà telegrafare, io le avrò, amico onoratissimo, un nuovo e grandissimo obbligo
e Le ne sarà molto grato anche il Presidente della scuola che se le occorresse, per agevolar l’opera o diminuire il Suo fastidio, una parola del senatore
o al Ministro o ad altri che sia, io confido nella molta bontà che anche egli mi ha sempre mostrato.
Mi scusi, se può, e mi comandi, e sempre mi voglia, qual sono con tutta l’anima.
Aff.mo Suo
Mil.,4.4.86