Cesare De Lollis a Ernesto Monaci, 11 giugno 1887

Informazioni sul documento

Trascrizione: Margherita Filippozzi, Debora Matteo

Codifica: Margherita Filippozzi

Data pubblicazione online: 1.5.2020

Riferimenti bibliografici: Debora Matteo, Itinerario di un carteggio, tesi di laurea, Sapienza Università di Roma, a.a. 2017-2018.

Collocazione: Archivio Monaci, Società Filologica Romana, presso il Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali, Sapienza, Università di Roma. Busta n. 8, fascicolo 394.

Contenuto: Lettera di Cesare De Lollis a Ernesto Monaci, priva di anno, ma attribuibile al 1887, per il riferimento, in essa contenuto, all'insegnamento di storia presso la scuola secondaria superiore a Cremona.

Mittente: Cesare De Lollis
Luogo di invio: Cremona
Data di invio: 11.6.1887

Destinatario: Ernesto Mnaci
Luogo di ricezione: ?
Data di ricezione: ?

Egregio Sig. Professore,

Ho ricevuta la sua carissima e lì per lì ho avuta l’intenzione di risponderle due righe: ma non ho potuto cogliere un minuto di tempo libero per farlo.

Conosco troppo bene il suo cuore, per attribuire ad altro che a ragioni da Lei indipendenti il Suo silenzio. Ad ogni modo me ne ha lautamente compensato con quella lunga e buona lettera. La ringrazio tanto e poi tanto delle buone speranze che mi dà: tanto più che vedo come mi è impossibile proseguire a questo modo. Ella non può immaginare la fatica enorme che io fo, per rispondere degna/mente all’obbligo pericoloso assuntomi di fare lo storico. Ci riesco così così. S’immagini che si tratti di percorrere tutta la storia, dalle origini dell’uomo al 1878. È una fuga vertiginosa di personaggi che dà il capogiro: è tale una farragine di date, di luoghi e di avvenimenti che non ci sarebbe proprio da stupire se un povero discepolo confondesse Vittorio EmanueleVittorio Emanuele II di Savoia (1820-1878) con Nabuccodonosor. Per me poi, tra le 15 ore di lezione per ogni settimana e tutto il lavoro di preparazione, non mi resta il tempo, non dico già per lavorare per mio conto, ma per mangiare e dormire. Se avessi la letteratura italiana, sarebbe meno male: ma non dubito che allora vorrei far le cose ancora più coscienziosamente e mi troverei sempre nel caso di non avere un minuto a mia disposizione.

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All’autorità scolastica di qui ho già dichiarato esplicitamente che io non tornerò l’anno venturo. D’altronde, spero che al Ministero non vorranno affatto mancarmi di parola.

Io non mi sento da lasciar Roma: questo è il fatto. Condannarmi per tutta la vita all’insegnamento secondario, senza sentire la speranza di uscirne, è cosa troppo tremenda.

Farò il possibile, per ficcarmi dovunquesiasi, a Roma: spero che Ella vorrà anche in codesto porgermi il suo valido e benevolo aiuto.

E appunto per brigare, sarò in Roma appena finiti gli esami. Non si maravigli se dico brigare: Ella sa come vanno le cose in burocrazia.

Avrò la fortuna di rivederla subito a Roma? M’immagino sarà a Porto d’An/zio: ma o Ella capiterà a Roma, o a me non sarà impossibile fare una sfuggita a Porto d’Anzio, come altre volte ho fatto.

Mi ha scritto l’altro giorno lo ChabaneauCamille Chabaneau (1831-1908) ricordandomi e raccomandandomi il Canzoniere A. Ha Ella trovato il tempo per mettere insieme un altro fascicolo? Il marchese di ValmarLeopoldo Augusto De Cueto, marqués de Valmar (1815-1901) mi ha scritto anche qui, domandandomi l’intero volume da cui io avevo stralciato la brochure contenente la ricerca su Alfonso XCesare De Lollis, Cantigas de amor e de maldiger di Alfonso el Sabio re di Castiglia, in Studj di filologia romanza, 1887.. Il marcheseLeopoldo Augusto De Cueto, marqués de Valmar (1815-1901) non si era accorto che si trattava d’un periodico.

Quanto alle Ricerche abruzzesi mi atterrò fedelmente alle sue Sue prescrizioni. Avrei piacere mi si desse anzi maggior tempo che Lei non mi dica nella Sua: giacché non so, se in Luglio, con questa novantina di studenti da esaminare, potrò attendere a nulla.

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Mi fermo qui, accortomi di avere invaso un altro foglietto. Ancora una volta me Le raccomando, perché mi tenga presente se Le capita una via qualunque di suggerirmi per tornare e fermarmi a Roma.

Di nuovo intanto, mille ringraziamenti per la buona memoria che resta di me esule. Della sua salute non mi ha detto nulla: voglio perciò credere ciò che desidero: che cioè Ella sia completamente ristabilito.

Mi creda il Suo affmoaffezionatissimo e demodevotissimo discepolo

Cesare de LollisCesare De Lollis (1863-1928)