Piazza Capranica, 95 II
Egregio Professore,
Ieri ho spedito, in piego raccomandato, le pagine 41-96 del collazionate sui due mss. Così, il
ha già sin d’ora in pronto tutto il materiale per il primo volume. Io non mi darò riposo e tirerò innanzi a collazionare.
Quanto alle mie cose, Le ripeto ciò che le ho già detto; io lavoro molto. Passo le prime ore della sera alla ,
assai ben provvista di riviste: e mi trovi già di aver studiato o almeno letto quanto si è scritto sull’Umlautin generale nelle
lingue romanze. Il mio lavoro non rivelerà un fatto nuovo: ma metterà forse in evidenza i molteplici effetti che il
[più caratteri illeggibili] dell’Umlaut (che io forse non chiamerei così) produce in un
dialetto. Pensavo seguire parallelemente il chietino e il teramano.
/ io mi accorgo che il primo si presenta, per rispetto all’Umlaut, nelle stesse edizioni del teramano, o per meglio dire, nello sviluppo
di molti fenomeni d’Umlaut, si trova allo stesso stadio del teramano: mentre
il dialetto del mio paese, che dista 3 o 4 miglia da Chieti, rappresenta uno stadio anteriore e vale quindi a render
chiare le forme del teramano che separano il [più caratteri illeggibili] dall’evoluzione in quel dato senso (?)
e per rispetto a quelle date cause. D’altra parte il dialetto del mio paese si presenta privo da ogni contaminazione di elementi settentrionali (?).
Desidero e spero finir presto questo lavoro, volendo almeno raccogliere il materiale per qualche lavoro di francese antico.
Quanto a quello che mi aspettavo di poter fare a Parigi, ho provato un po’ di disillusione. Il corso del
è molto ordinato; ma è troppo superficiale, perché dedicato ai principianti, ai quali poi egli deve dare idea sommaria di tutto; a cominciare dalle
origini delle lingue romanze, per finire alla decadenza delle singole letterature medievali.
/ Domani glielo rinvierò! Quanto alla collazione che egli mi chiese , io non saprei come regolarmi perché mi parrebbe di doverla fare con tutte le regole, per i nomi (?)
proprj e per resto. Ma di ce n’è molto ancora. Ciònondimeno, io non aveva affatto dimenticato il suo lavoro, e son sicuro
che prima ch’io lasci Parigi o in un modo o in un altro, troverò il verso di sbrigarlo.
Il e il mi hanno costretto, letteralmente, a fare una recensione del nuovo libro
del [più caratteri illeggibili]: la cronologia del . Io aveva molte ragioni per non occuparmene: non ultima quella
di non essermi mai occupato di queste cose. Ma il e il non hanno voluto esonerazioni, e io mi sono preso
questo incarico, benché non aveva assai letto il libro. Lo ha visto Lei? cosa ne pensa?
La saluta il , che ho visto l’altro ier sera in una soirèe che dette in sua casa.
/
Il corso degli Alti Studj che il fa in casa sua ogni domenica ed al quale invita ed ammette solo i maturi
è anch’esso… poco alto. I pochi giovani che gli stanno dattorno si trovano ad un livello di coltura assai basso: e quindi egli si limita a spiegar
delle liriche francesi così all’ingrosso... I temi che egli ha fatto preparare sono dei bei temi: io gliene citerò qualcheduno. 1° Studiando
la lingua delle pubblicate dal , determinare l’origine di questo
genere letterario; 2° il jocs partitzè d’origine provenzale o francese?; 3° indagare le cause dell’improvviso decadimento della
lirica francese alla fine del sec. XIII. Or bene: il , nel sottoporre questi temi alla nostra scelta, ha dichiarato
che voleva vederli svolti e presentati di lí a tre settimane!! Non è già che il non
veda la vastità dei temi e non sappia calcolare quanto di ricerche e di studio vi si debba spendere: ma gli è che egli è abituato a vedere i giovani lavorare acciarpatamente.
Mi creda, è spaventevole la miseria intellettuale / di questi giovani francesi. Le cause mi appaiono evidenti: ma son troppe e troppo lunghe perché io stia qui ora ad
esporgliele. Col , che è uno dei più simpatici uomini che io abbia conosciuto, mi trovo spesso. Egli mi dice che sarebbe assai importante il
ricostruire il : ed io mi sento riacceso nel venir proferito di ripubblicarne, con uno studio, le liriche sue e di
qualche altro tra i principali trovatori. Tanto più che un allievo del , professore in un liceo di
[più caratteri illeggibili], lavora sui canzonieri portoghesi, studiando l’influenza francese
sulla lirica ultrapirenaica: io, come Ella ricorderà,avevo già affrontato un lavoro simile, limitandomi all’influenza provenzale.
Mi sembrerebbe esser prevenuto.
Quando avrò finita la collazione di tutto , penso di lasciare la Francia.
Se avrò la possibilità di restare all’estero ancora un tre mesi mi recherò in Germania,per seguire il secondo semestre di qualche corso:
se non avrò disponibile che qualche mese farò un tour per la Spagna. Mi ha scritto il Levi, ridomandandomi per un po’ di tempo il suo manoscritto.
/ Io poi Le iscrivo; più cordiali auguri per il nuovo anno: Glielo auguro tutto stesse felicitazioni per lei e per la sua famiglia.
Mi creda suo
e affmo discepolo
Parigi
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