Piazza Capranica, 95 II
Professore,
Ho da dirle tante cose che son sicuro questa mia lettera finirà per avere la fisionomia d’una cronica medicinale. E quel che è peggio, temo anche che delle molte cose che sono andato mettendo da parte per questo momento, qualcuna mi sfuggirà! Ab Iove principium. Questa mattina ho fatto venire alla il
Fernigue (?), per proporgli la riproduzione su zincografia dei disegni a penna del
Caffariano.
Si è rinvenuto che il migliore e più economico mezzo è quello di fare il [più caratteri illeggibili] di lapis, da ripassare poi colla penna,
tenendo ancor presente il manoscritto: il [più caratteri illeggibili], così risolto, andrebbe poi trapiantato sulla lamina di zinco.
Gli ho inviati i disegni, per sapere il totale delle spese; ma il Fernigue (?) mi ha promesso una risposta per
iscritto che avrei dovuto ricevere stasera, e che avrei colla presente inviato a Lei. Glieli farò presente (?) non appena me li manderà!: intanto, da quel che ho
potuto capire dai discorsi fatti / si andrà vicino ai 300 franchi! Crede Ella e con Lei credano gli altri Membri dell’ che valga la pena di
affrontare una tale spesa? Sentiranno la risposta del sig. Fornigue (?), la quale, ripeto, sarà sottoposta all’esame dell’:
ma intanto, per non perder tempo, mi pare che Ella potrebbe consultare chi di dovere per fissare il massimo a cui si potrebbe arrivare.
Oggi il Picard (?) ha spedito il [più caratteri illeggibili]. Gli ho ordinato di spedirlo a mezzi di pacco postale; mezzi
[più caratteri illeggibili] che il ritardo che presenta un tal mezzo è compensato dalla sicurezza dell’arrivo.
Il lavoro del Levi è pressoché finito. Non mi affretto a spedirlo, perché soglio ripassare io stesso le pagine illeggibili, e voglio dare la descrizione chiestami del ms.
Prima di qualche giorno non avrò il tempo necessario.
Mi permetto di parlarle un filo di me e delle mie cose. Del mio lavoro sull’Umlaut ho fatto una buona metà, e non mi sarei arrestato se non mi fossi
trovato di fronte ad alcune difficoltà che non mi permetteranno forse di dar l’ultima mano al lavoro se non dopo essere andato per qualche giorno in Abruzzo.
Quanto a lavori letterarj, non ho trovato nulla nella che mi ispirasse . Non mi vergogno di confessarle;
poiché non ho avuto molto tempo di frugare. Sono stato e sto addosso alla collazione caffariana, che per riguardo a Lei che mi aveva proposto, per riguardo a
che mi aveva accettato e finalmente anche un poco per riguardo a me che mi ero impegnato, voglio condurre a termine e nel miglior modo possibile. Per la fine del mese,
secondo poi avevo calcolato, spero poterle rinviare il tutto, compresa la descrizione del ms. Il problema che mi resta a risolvere è cosa farò, finito tal lavoro. Qui non ho
avviato alcun lavoro che mi obblighi a rientrare in Parigi. Tutto quello che ho fatto alla è stato di
passare qualche ora sul la cui storia Ella aveva già accennato in una nota al , che ora è stata sviluppata (?) dal [più caratteri illeggibili] alla sua Bibliothéque
de Orsini. Le postille del [più caratteri illeggibili]
sono importanti fino ad un certo punto: perché molte di esse integrano (?) richiami a più d’un ms. di [più caratteri illeggibili]
Se dunque non trovo qui da por mano ad una serie di ricerche, che poi potessi coordinare per un buon lavoro, mi conviene emigrare, prima che giungano le tasse sugli stranieri. E
in verità, qui, mi è impossibile studiare fuori delle poche ore che è aperta la [più caratteri illeggibili] e quindi le migliori ore della sera e della
domenica debbo passarle in un semi-far nulla. Seguendo il Suo consiglio andrei in Ispagna, quasi sicuro di trovar qualcosa di buono per la
letteratura portoghese od anche provenzale. Ma c’è una questione molto grave, ed è che un viaggio di esplorazione in Ispagna
mi costerebbe immensamente. [...] Non mi resterebbe quindi che andare a passare un 3 mesi in Germania, dove avrei a mia disposizione i libri di
quella Imperiale Biblioteca, e potrei quindi lavorare a casa, dove si lavora meglio che altrove. [...] Ma prima di decidermi, desidero avere il consenso della Sua affettuosa autorità, nella quale io ho cieca fiducia. [...]
Tanti saluti al Giorgi, al quale mi sono troppo poco ricordato, Lei
voglia credermi il sempre suo affmo discepolo
Parigi
6 Marzo