Roma 18 aprile 1902
Mio Signore
Sono molti giorni che non le ho scritto, ed eccomi a farle un po’ di storia.
Avuta risposta dall’economo del
che non manca nel palazzo un locale adatto per trasportarvi le note buste, ne scrissi
al Ministro , proponendogli insieme
di fare un decretino, d’accordo col Ministro ,
e nel senso che Ella mi aveva indicato qualche giorno prima.
Il 4 aprile il
Nazari capo del gabinetto del mi scriveva di aver
ricevuto la mia lettera nonché quella di Lei per il Ministro, e soggiungeva che il Ministro
“prima di provvedere al riguardo, ha disposto che, come di regola, sia sentito l’avviso
del Direttore Geñle della statistica”.
Passati alcuni giorni, mi recai dal
Nazari per sapere se il
aveva finalmente dato il suo responso. Ma il
Nazari
mi fece dire dall’usciere che pel momento non poteva ricevermi. Con tutta la pazienza
che bisogna tenere in serbo per certe occasioni, me ne andai, lasciai passare alcuni giorni
e poi ritornai. A farla breve, quattro volte sono tornato dal
ed ebbi sempre
la stessa risposta dall’usciero. Avendo esaurito la mia provvista di pazienza, l’altrojeri,
appena tornato a casa, scrissi e mandai per espresso al
Nazari
un biglietto per fargli sapere che io non sarei più tornato da lui e che perciò la risposta
del Ministro poteva pure comunicarla direttamente al
.
Dopo di ciò ho ricevuto ancora una lettera del
Nazari con un lungo
sproloquio per spiegarmi il Suo contegno e per dirmi che della risposta del ministro davasi
comunicazione direttamente a Lei.
Credo pertanto che a quest’ora Ella sappia che cosa deliberava il ministro, e attendo, nel caso,
istruzioni da Lei.
Aggiungo che il , capo di gabinetto del
, mi ha scritto ieri in questi termini:
“
il , letta la lettera del
, mi ha detto di riprendere le pratiche per il
A cui accenna il ch. Professore,
facendo il nome di lei per gli opportuni accordi. Io sono adunque a disposizione,
se occorrerà l’intervento del per attuare il disegno.”
Argomento da ciò che il abbia anche lui consentito.
In attesa de’ Suoi comandi