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Qui, mio caro, l’anima intristisce come una pianta in malaria. Ed ogni anno che vi passo, mi par d’aver gettato via un altro brandello di me medesimo. [...]
Ah, quel benedetto ! Egli sconfina, sempre più arditamente; e fa e dice quel che vuole, fa il sereno e la pioggia; e tutti, pur sapendo che povera creatura egli sia, lo lascian dire e fare. Pezzo grosso all’, all’, all’, alla , ecc. ecc. ... Insomma quell’ometto è un meraviglioso galleggiante. Per me, non ti dico altro se non che la sua fortuna nei nostri studj ha sempre intiepidito il mio entusiasmo per questi. Quanto alla sua rinnovata operosità, credo che proprio noi, indirettamente, abbiamo compiuto il miracolo. Però la casa avrebbe dovuto levar la voce contro di lui, in quanto si atteggi (e questo credon tutti) continuatore dei vecchi Studj; avrebbe dovuto nell’interesse della sua dignità e della mia. Dico anche della mia, perché ho l’aria d’esser stato messo alla porta per un’orecchia da esso , il quale ha poi ripreso per suo conto, mutando titolo per suo piacere, la direzione della rivista. Ma io sono in disgrazia della casa che, viceversa, ha, d’un tratto concepito una venerazione sconfinata per l’altro ex direttore.
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