Onorato e caro collega; eccomi a disturbarla ancora; ma almeno con un po’ di calma e senza urgere per la risposta, la quale potrebbe anche assolutamente mancarmi, senza che la Sua cortesia ne provasse alcun rimorso.
Il , molto mio amico, direttore di una giornale a modo, ‘’ (organo della ), di cui è collaboratore un giovane nostro amici, il , già condiscepolo del , vorrebbe la facoltà di ristampare, tutta o in parte, la Relazione sul lavoro del , che si è letta il 4 all’. Ma, prima di tutto, io per ora non la posseggo (rimandai all’, bozze e originale, quattro o cinque giorni or sono); poi non è cosa, che quando pur fosse già pubblicata dall’, io abbia a considerare comunque per mia e offrirla alla riproduzione. Gioverebbe forse che ne fosse parlato a , anche perché egli ordinasse la pronta spedizione delle copie per il Relatore, e giova almeno che siamo d’accordo due membri della Commissione sul ‘quid agendum’.
Le voglio ancora dire, che, dato il caso particolare, parrebbe anche a me assai opportuno che la Relazione si diffondesse per mezzo di una Rivista. E la ‘’ tira di certo ormai un numero considerevole d’esemplari, ma non oltrepassa una determinata cerchia di lettori, o l’oltrepassa molto scarsamente. L’organo veramente adatto sarebbe la ‘’; e io credo ch’Ella farebbe, se Le paresse di farglielo, un grandissimo favore a , procurandogli, per il fascicolo del 30 giugno, la Relazione, come opera, che s’intende, della Commissione intiera. La parte, in cui si vine ai singoli esempi contestati, potrebbe essere omessa o raccorciata.
Ma Ella farà secondo l’assoluto e schiettissimo parere e piacer Suo.