Graziadio Isaia Ascoli a Ernesto Monaci, 31 ottobre 1904

Informazioni sul documento

Trascrizione: Chiara Maria Calcagni

Codifica: Mariangela Distilo

Data pubblicazione online: 26.2.2020

Riferimenti bibliografici: Chiara Maria Calcagni, Lettere scelte dal carteggio Ascoli-Monaci (1880/1906): trascrizione e commento, tesi di laurea, Sapienza Università di Roma, a.a. 2018-2019.

Collocazione: Archivio Monaci, Società Filologica Romana, presso il Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali, Sapienza, Università di Roma. Busta n. 1, fascicolo 49, lettera del 31/10/1904

Contenuto: Lettera di G.I. Ascoli a E. Monaci del 31 ottobre 1904

Mittente: Graziadio Isaia Ascoli
Luogo di invio: Milano
Data di invio: 31.10.1904

Destinatario: Ernesto Monaci
Luogo di ricezione: ?
Data di ricezione: ?

Caro e onorato amico; non m’era lecito ostinarmi sul testo della mia risposta al ministro, che è rimasta a mani Sue, poiché era un testo che rincresceva a due amici così insigni; e ne ho rifatto la chiusa, mandando jermattina direttamente la mia lettera alla Minerva. Ripetuto suppergiù quanto Ella conosce in sino al punto in cui dicevo ch’Ella probabilmente aspetta a favorirmi delle Sue informazioni ecc., ho chiuso con le seguenti parole:

‘Ormai però codeste informazioni
devono pur giungermi quanto prima
e specialmente versare intorno alla
distribuzione dell’opera e ad altre
vitali considerazioni e proposte, da
sottomettere poi alla decisione di E. V.’

così ho evitato il pericolo di risoluzioni subitanee. Ma del rimanente, come potrei io accettare l’uffizio che mi si vorrebbe ora commesso? Ho io mai accennato ad assumerlo? E son forse passati impunemente per me i quindici anni dacché sono a questo sbaraglio, secondo che si vede dalla mia Lettera al BodioLuigi Bodio (1840-1920), più volte stampata, e ultimamente, con qualche aggiunta nella terza puntata ai supplementi all’ArchivioArchivio Glottologico Italiano, 1873-.? È una Lettera che dice non poco anche per altre ragioni!

Tutt’intiera la parte dell’opera a cui si riferisce la prima sezione dei RicordiGraziadio Isaia Ascoli, Ricordi concernenti la Toponomastica Italiana, in Studj romanzi, 1905., è di assoluta spettanza del BodioLuigi Bodio (1840-1920). E in quei RicordiGraziadio Isaia Ascoli, Ricordi concernenti la Toponomastica Italiana, in Studj romanzi, 1905. si contengono delle dubitazioni assai gravi e ormai antiche, le quali spero sempre si risolvano in entità da non ispaurirci, ma che non ci fu mai dato di appurare, né a me in verun modo lo sarebbe. Posso tutt’al più giovare agli amici con qualche considerazione d’ordine comparativo che mi sono andato via via annotando.

Ora, durante questa lunga serie d’anni, il BodioLuigi Bodio (1840-1920) non ha mai smesso la sua attitudine simpatica; ma in realtà ogni sua comunicazione, sia scritta e sia parlata, ogni sua partecipazione effettiva s’è dovuta ridurre a così scarsa cosa, da non parer credibile. In parte so e in parte presumo, che non sia stato effetto della sua volontà e anzi che a lui ne debba esser forse dispiaciuto più che non a me; e io, per non complicare le cose, non ne volli mai far motto neanche a Lei, pur nei più confidenziali colloqui. Ma bisogna finalmente parlar chiaro; e ho d’altronde ragion di supporre, che certe difficoltà, in cui il valentuomo si dibatteva, sieno venute cessando. S’aggiunge che il Ministro d’Agricultura ecc.Ministero dell’Agricoltura, dell’Industria e del Commercio non è più quello dei tristi tempi. È forse tale c’ammette la speranza d’una partecipazione alla spesa richiesta dell’opera che ha la sua ragione statistica allato alla ragione storico-filologica. È dunque tutta del BodioLuigi Bodio (1840-1920) la parte statistica dell’impresa; ne deve aver lui tutta intiera la direzione, tutto intiero il merito, deve addirittura portare il suo nome.

Quanto alla parte storico-filologica, nel 1890 s’era pensato, col BoselliPaolo Boselli (1838-1932) e il MessedagliaAngelo Messedaglia (1820-1901), a farne del povero FlechiaGiovanni Flechia (1811-1892) il presidente onorario; oggi il presidente onorario ne deve assolutamente il conte NigraCostantino Nigra (1828-1907). Il presidente effettivo ne deve naturalmente essere il vicepresidente dell’AcademiaReale Accademia dei Lincei, che è anch’egli un reputato romanista, e vicepresidente Ernesto MonaciErnesto Monaci (1844-1918). E io che nel 1890 già aveva più di sessant’anni e non risiedo in Roma e anzi non ci capito mai se non «a ogni morte di vescovo» e sono in affanno continuo perché non mi sia tolto di finire qualche lavoro (ormai inoltrato e anche non estraneo alla toponomastica italiana, non intendo certo ricusarmi alle prestazioni occasionali cui piacesse ai colleghi di chiamarmi ma non devo assumere impegni che ormai equivarrebbero a una specie di suicidio.

Quando vede il ConteCostantino Nigra (1828-1907), La prego di salutarmelo molto e di ringraziarlo delle sue buone lettere; e insieme La prego di volermi sempre, scusando l’orribile fretta con cui sono costretto a scriverLe,

il div.modivotissimo aff.moaffezionatissimo Suo

G. I. AscoliGraziadio Isaia Ascoli (1829-1907)