Roma, Le lettere volgari durante il medioevo
Sommario delle mie conferenze nei mesi di Novembre -
Dicembre ‘87
La filologia neolatina o romanza e la storia comparata delle lingue e delle
letterature neolatine. Definizione della filologia neolatina dedotta: 1°.
dalla definizione della filologia classica data da ; 2°. dalla sua storia.
Recenti lavori sulla storia della filologia neolatina. Questa storia può
essere anche divisa in due soli periodi. I criterj di questa divisione si
deducono dalla differenza dei metodi che prevalsero nei detti periodi.
considerato come il punto
storico che divide il secondo dal primo periodo. Cenni intorno al primo
periodo. Caratteristica di esso determinata dal metodo filosofico che vi
prevalse. Principali/nomi che vi figurano classificati per secoli e per
nazioni. Obbjetti diversi dell’attività filologica nel 1°. periodo: 1°.
ricerche sulle origini delle singole lingue romanze; 2°. Questioni intorno
agl’idiomi letterarj; 3°. dottrine sulla versificazione; 4°. Opere
grammaticali a scopo di diffondere e di consolidare la cultura delle lingue
nazionali; 5°. Costituzione delle Accademie per lo studio della lingua; 6°.
I lessici degl’idiomi nazionali; 7°. I glossarj sulle voci antiquate; 8°. I
vocabolarj dei dialetti; 9°. primi tentativi di grammatica storica; 10°
Primi saggi di storia letteraria. Le Biblioteche, gli Scrittori e le altre
forme di storia letteraria nei sec. XVII-XVIII. Scienze sussidiarie: la
cronologia e l’Art de verifier les dates; la paleografia, la diplomatica e
il . L’Histoire litteraire de la France e le opere del
, del , dell’ e
del . Altre opere di erudizione
che dimostrano il sentimento della storia farsi sempre più vivo ed intenso.
Edizioni di antichi testi, commentarj ed altri lavori esegetici. Ultimi
prodotti della filologia in questo periodo: l’antologia storico-letteraria
siccome lo ; il romanzo storico quale ; la storia pittoresca siccome i .
Progressi dello spirito scientifico. Nuovi studj sulle lingue condotti col
metodo storico-comparativo. Differenza della comparazione adoperata come
strumento d’indagine dai vecchi e dai nuovi filologi. Classificazione delle
lingue e loro aggruppamenti per famiglia in corrispondenza delle
delimitazioni etnografiche dei popoli. Federico Diez e la .
Principali dottrine e applicazioni metodologiche per le quali egli è
meritamente riconosciuto siccome il fondatore della glottologia romanza.
Altri studj del Diez nella lessigrafia scientifica; nella storia letteraria e
del costume, nella critica e nella interpretazione dei testi. La scuola del
Diez; incrementi che essa ha recati nei varj rami della filologia neolatina.
Principali pubblicazioni che rappresentano il movimento scientifico
contemporaneo.
Precisa tendenza di questo a specializzarsi sempre più. Ma in mezzo a tante
ricerche speciali che portarono la luce sui varj momenti della vita
neolatina percorrendole dovunque nel tempo e nello spazio, Roma fu lasciata
da parte. L’opera del Diez aveva dimostrato che tutte le lingue e tutti i
dialetti dei popoli neolatini non erano che altrettante trasformazioni
diverse della antica favella di Roma.
Altri studi e segnatamente quelli del
dimostrano che l’ideale di Roma, durante il medioevo, esercitò il massimo
influsso nelle letterature tutte d’Occidente. Ma importa ancora di conoscere
quali furono le vicende della parola latina nella stessa sua patria; e di
appurare se Roma non solo passivamente ma anche attivamente partecipò, in
quel movimento letterario di cui essa era il centro. Intanto alcune ricerche
fatte bastano a dimostrare che essa non fu del tutto inerte durante la età
media, i documenti raccolti rappresentando una serie che dai primi del sec.
XIII si continua infino alla età del rinascimento. Questi sono parte in
verso, parte in prosa, e dànno saggio di quasi tutti i generi della
letteratura medioevale.
1° . Sue poesie.
manoscritte. Determinazione della età in cui visse dedotta dalle relazioni
di lui col e da un
documento del regesto di un romanzo IV. Contenuto della sua tenzone con il
notajo. Il sigillo dell’Abate e la leggenda della Mentorella. Vero nome di
lui.
2° . Essa va
probabilmente identificato con quell’Odo, figlio di Giordano da Zagarolo,
che fu senatore di Roma nel 1238 e che è nominato da nella sua bolla di scomunica
contro i Colonnesi. Ivi esso è accusato d’essere stato partigiano di
Federico II. Le sue canzoni hanno la struttura e lo stile delle altre
canzoni del tempo di Federico II, le quali organicamente si differenziano da
quelle del periodo successivo. L’appellativo “da Messina” da fogli dal
Codice Vaticano 3793 non è attendibile; altri simili errori di quel
canzoniere.
3. . Fu giudice di
Messina, ma probabilmente nacque in Roma, donde provenne il ramo messinese
dei Colonnesi. I primi atti notarili di Guido datati da Messina coincidono
nell’anno (1255) in cui assieme all’arcivescovo Giovanni altri colonnesi
andarono da Roma a stabilirsi in Sicilia. Probabilmente esso fu figlio di
Federico il quale ebbe a fratello e Odo il senatore di Roma nel 1238. Poesie
di Guido – relazioni di lui con un contemporaneo di .
4. – tempo della sua
dimora in Italia – sua canzone composta in Roma nel 1267. Soggetto di essa –
Sua forma ritmica.
5. Bonifazio VIII. Poesia attribuitagli – Forse del testo – Soggetto della
poesia identico con quello dello Stabat Mater. Coincidenze di espressioni.
Suo schema ritmico. Quando fu composta? La lingua può credersi genuina?
Messer Catenaccio e la sua parafrasi volgare dei del . Edizione del che attribuisce al dialetto della parafrasi qualità
calabresi. Il testo non era né unico né inedito. Ms. Trivulziano; edizione
quattrocentina conservata nella biblioteca di Napoli. Personalità dell’Autore – Documenti dai quali
risulta che esso fu da Anagni, parente
di Bonifazio VIII e visse dalla seconda metà del sec. XIII fin oltre al
1311, anno in cui lo si trova podestà di Foligno per . Documenti relativi il fratello (cugino) Guarnazone
cui fu dedicata la parafrasi. Popolarità dei Distica nel medio evo;
traduzioni, parafrasi, imitazioni rifacimenti che se ne citano nelle varie
letterature occidentali. Posto che ha fra di esse la parafrasi del
Catenacci; forma poetica e dialetto del testo.
. Codice d’Amburgo
– Codice Laurenziano Gaddiano – Codice Colombiniano – contenuto del Libretto
e sue fonti. Testo latino dell’opera ritrovato in un Codice Laurenziano
Strozziano – Relazioni di questo codice con i codici del Volgarizzamento. –
Indagini sulla età della compilazione latina. Confronto di essa con la
Cronaca di Martino Polono. Differenza nel sistema di composizione, nelle
fonti adoperate, nello spirito che anima le due opere. Probabilmente il
Libretto nella sua forma latina risale ai tempo di Arnaldo di Brescia, e
l’autore tore sembra essere stato un magister. Tradizioni scolastiche in
Roma durante il medioevo. Risveglio delle tradizioni antiche in Roma verso
la metà del sec. XII. Opportunità in quei momenti di un libro come quello
delle Historiae Romanae – Ricerche sulla età del volgarizzamento –
Paleografia dei tre mss. loro rapporti genealogici – . Questi contengono parte
delle Storie e debbono averla attinta non dal testo altino ma dal
volgarizzamento - Prove. Antichità dei Conti – Le miniature del Codice
d’Amburgo. Tra di esse si distaccano dal sistema di tutte le altre fatte per
illustrare il testo. Loro carattere allegorico. Spirito diverso della loro
composizione. Due di esse rappresentano i due lati delle monete di , Senatore di Roma
dal 1252 al 1257, e sembra che siano state lì messe in onore di lui. L’altra
che sta in fine del codice, in una pagina rimasta bianca dopo l’explicit
delle Storie, simboleggia il trionfo del papato sull’impero. Lo stile di
questa sembra diverso e più recente; il concetto ci riporta ai tempi di
o di Bonifazio VIII.
Forse fu una aggiunta d’occasione fatta per render gradito ad un partigiano
del papa un libro destinato già prima ad un difensore della indipendenza del
comune di Roma. Altre due.
8.. Il ms. Laurenziano -
Gaddiano – Il testo latino dei Mirabilia Urbis Romae, sua formazione, sue
redazioni diverse. Derivazione delle Miracole provenienti dal Curiosum urbis
e dal De regionibus. Tutto induce a credere che anche questo testo sia di
poco posteriore alla metà del sec. XIII. Miniature evidentemente copiate da
due affreschi dell’oratorio di Santi Quattro Coronati, ci riportano
ugualmente ai tempi di Brancaleone, ai quali sono riferiti quegli affreschi,
che decoravano l’oratorio del castello abitato di Brancaleone medesimo.
Relazioni di altre miniature del codice d’Amburgo con monumenti romani.
Tracce della diffusione del Liber historiarum romanorum fuori di Roma; 9
Posto che ad esso spetta nella storia della letteratura italiana, e nella
storia dell’arte.9 Possibili reminiscenze di essa nella vita di .
Bonifazio VIII n. nel 1217, m. nel 1303.-Fu educato a Todi e n’era canonico
mentre Pietro suo zio, dopo il 1252, n’era vescovo – Gregorius V, 600,
n.1.
Napoleone Orsini, cardinale fin dal 1288, m. nel 1342. Ivi V, 683.
Egidio Colonna, n. nel 1247. Ivi V, 707.
9- La Mascalcia di . Fonti
del testo, ms. della ,
ms. della . Essendo
questo libro dedicato al , la sua origine si circoscrive fra il 1288 e il 1342.
Il dialetto secondo i due mss.
10. e il suo commentario alla
Canzone di
sull’Amore. Edizione del Cittadini – Fonte ms. – Età della composizione. –
Dubbi sulla lingua in cui è scritta.
11. La compagnia dei Battuti del Gonfalone e il loro mistero della passione
rappresentato al Colosseo. Antichità di quest’uso; edizione del sec. XV
contenente un testo rifatto da Giuliano Dati e Compagni. – Ms. conservato
nell’archivio della compagnia. Frammenti della primitiva redazione
probabilmente rimasti in quel ms. Mezzi per riconoscere e distinguere le
parti più antiche del rifacimento.
12. Jacopo Colonna; suo sonetto al per la incoronazione del medesimo in Campidoglio. –
Copia ms. conservataci dall’autografo del Petrarca, ora codice Vaticano
3195.
Edizioni della vita di Cola – dubbj sollevati da Jacopo Grimaldi – vaghezza
di essi. – Li confuta il Fontanini – ma non basta – molti hanno seguitato a
dubitare.Testo dei Fragmenta dato dal Muratori – Si vede di lì che l’opera
era assai maggiore della vita e il suo carattere è quello di opera della
maggiore autenticità. – Saggi di essi. Chi l’Autore? – il Fortifiocca? – Il
filos. Romano? Ciò che l’autore dice di se stesso – Ulteriori ricerche a
fare.
Coltura dell’Autore
Egli cita
251 A: Isidoro ne lo libro de la Etimologia
- C: , ,
- E: Salomone
281 E = – e 435 E
295 D = Livio
305 D = Valerio Massimo - e 435 B
347 C = Simil. Di Dionigi Siracusano
349 A = id. di Aristotele
433 D = Santo Virgorio ne lo Dialogo
435 A = Frate Martino ne la Cronica
13. Frate Monosella; ricordo delle sue poesie nella vita di Cola di Rienzo.
Altri poeti ricordati in quella vita, in occasione delle feste date dal
Tribuno.
14. Versi di Cola di Rienzo e sue rappresentazioni figurate.
15. Virginio Lauriente da Cori e il suo poema su Faramondo. Frammento
pubblicato dal Perticari giusta una comunicazione di Luigi Biondi. Edizione
quattrocentina per Eucherio Silber perduta. Testimonianza della Cronaca di
frate Santo da Cori. Dubbj su la lingua del frammento. Somiglianze con il
Dittamondo di Fazio degli Uberti.
16. Il Codice Vaticano 6001: miscellanea ivi contenuta di cose in parte
probabilmente anteriori a Bonifazio VIII, in parte posteriori forse alla
seconda metà del sec. XIV. Probabilmente è un testo crociano che aspetta di
essere meglio esaminato.
17. La Vita di Cola di Rienzo pubblicata a Bracciano dal Fei e i Fragmenta
Historiae Romanae Edite nella Antiquitates Italicae Medii Aevi dal Muratori.
Insussistenza dei vecchi dubbj sulla autenticità. Nuovi dubbj sulla
autenticità. Nuovi dubbj da risolvere. Congettura intorno al Filosofo
romano, cui è attribuito da un Codice Chigiano un brano dei Fragmenta.
18. Storia del pseudo tribuno Matileno delli Portacasa attribuita al 1372;
dubbj sulla sincerità della scrittura sollevati già dal Bicci nella sua
Notizia della Famiglia Boccapaduli. Il testo ha sempre importanza letteraria
come saggio di Novella romanesca. Ricerche ulteriori da farsi sui mss.
19. Annali del Monaldeschi. Goffaggini e falsità storiche ivi contenute.
Ragioni del Labrazzi per impugnarne l’autenticità. Altre investigazioni da
fare su questo testo.
20. Statuto del Castello di Nemo. Indizi della sua autenticità. Necessità di
una classificazione generale degli statuti italiani per meglio chiarire a
qual tempo possa appartenere.
21. Giusto de’ Conti da Valmontone e il suo canzoniere fu la bella mano
composto sui primi del sec. XV.
22. Frammento di un diario romanesco di Gentile Delfini, dal 1370 al 1410,
edito dal Muratori secondo una copia vaticana di un antico ms. dell’Archivio
Colonna.
23. Paolo di Liello Petrone, il suo Lamento in versi e la sua Misticanza.
Dubbj sulla lingua di questa prosa.
24. Paolo di Benedetto di Cola dello Maestro, notajo del rione di Ponte, e il
suo Diario dal 1422 al 1484. Edizione, divergenze dei mss. in quanto alla
lingua.
25. Antonio Lottieri e il suo
dal 1449 al 1468. Importanza di questo scritto come testo dialettale.
26. raccolte da Ignazio
Ciampi. Dubbj sulla genuinità della lingua in cui le vediamo scritte.
27. Prete Janni Mattiotti di Trastevere e i suoi , scritti prima del
1460.
28. Laudi di S. Francesca composte circa la stessa epoca.
Altri frammenti di letteratura romana del m. evo restano probabilmente
tuttora sepolti o travestiti da altri dialetti. Ma prima di volgersi a nuove
ricerche importa, sui documenti già conosciuti, stabilire i caratteri del
dialetto di Roma in quell’epoca.
Scuola di magistero
Generalità
orario
Temi
Epigrafi latine dal m.e. di
Epigrafi volgari R.
Monumenti/Fonti primitivi delle letterature italiane
Tradizioni e analisi dei facsimili
I. Bonifazio VIII e la poesia attribuitagli. Fonti dal testo – Forma della
poesia – relazioni di essa con lo Stabat Mater? Quando fu composto – La
lingua può credersi genuina?
II. Mascalcia di Lorenzo Ronzino. Fonti del testo – Sua . età – Essendo
dedicata al Cardinale Napoleone Orsini siamo fra il 1288 e il 1342. – La
lingua può credersi genuina? Confronto dei due mss.
III. Il Catone di Messer Catenaccio. Edizione Del Miola – questi non
riconosce l’autore e attribuisce al dialetto qualità calabresi. – Ma il
testo non era inedito; ed quattrocentina; e il ms. Napoletano Non era unico:
ms. Trivulziano già citato nei Trad. Ital. (trovatori italiani) […] e nel
Vannucci. Mss. e stampa antica concordano nel/nome dell’autore e nel dirlo
miles e de Campania. Ora, parlandosi di Campania, come venir fuori oggi con
un Catone Napoletano e con un Catone Abruzzese, come fa il Percopo? Messere
Catenaccio fu di Anagni; visse a tempi di Bonifazio VIII e in Anagni
troviamo anche il suo frate Guarnaçone, cui dedicò il suo lavoro sui
Disticha. Popolarità di quest’opera nel m. E. Traduzioni, parafrasi,
imitazioni, rifacimenti – Questo di Catenaccio è una parafrasi. Sua forma
poetica sua lingua.
Rappresentazioni e versi di Cola di Rienzo – v. Vita, cap. 2°, 4°,
poeti in Roma nel 1345 circa: ivi, cap. 10.
Ritratti: di Martino di Porto, p. 37; papa Clemente 343 B-C; Guglielmo Di
Assisi 347 C; Morbasciano 371 B;
Descrizioni = andata di Cola al Laterano p. 41; Cavalleria di […] 447;
Costumi = 307 E;317 A; 339 D; 359 C; 365 B; 369 C;
Motti = di Stefano Colonna 259C; dell’autore 263 D; 279 B;
Allusioni dell’Autore a se medesimo= 251 – 3; nel 1327 era fanciullo 259 E;
nel 1338 era in Bologna 297 A; vide i reduci della rotta di Parabiago
(Parabianco)303 E;
interroga un testimone Oculare sulla battaglia del Rio Salado 327 D*
Aneddoti. Fra Venturino 273, Frate Monosella 277; Corradino 282; Bruzzo
Visconti 307; il filosofo che sputa 309; il Monaco di Città di Castello
445;
Onadri 263 D
*Vedi pure 333 E, 335 E,nel 1356 era a Tivoli 337 A; poco prima era stato
allo studio in Bologna ad apprendere fisica 341 E;
Oltre frate Mononsella E Jacopo Colonna altri non dovettero mancare nella
prima metà…La vita parla dei sonettatori….
Cola stesso di Rienzo ha diritto qui ad una menzione;
Abbiamo pure frate Santo da Cori;
Finalmente i compilatori del Codice Vaticano 6081
altri documenti in prosa:
letterarj: Mattiodi, Altieri
non letterarj: Diarj, Carte
Doc. in poesia dialettale:
Lamento di Paolo di Liello Petrone non dialettale o quasi: Abate Di Tivoli,
Odo Colonna, Don Arrigo, Mistero del Colosseo, ritmo di Bonifazio VIII,
Jacopo Colonna, Giusto de’ Conti.
Documenti della provincia
Al Nord: Nepi, Lottieri
Al Sud: Catenaccio, Sante Lauricate?
Polistoria di Giovanni Cavallini de’ Cerroni
Tuttora inedita.
Due mss. se ne conoscono:
n°. XXIV della ,
n°. XLVII Gudiano della .
Ne parlarono:
Graf, Roma, I, 72 a 77.
Andres, Lettura sopra alcuni codici delle Biblioteche Capitolari di Novara e
, Parma, 1862.
L’autore fioriva circa la metà del s. XIV.
Diede estratti l’Urlichs
Provincia di Roma, appunti bibliografici sulle fonti storiche
Acqui – Moriondos, Mon. Aquenzia
Torino, 1289 – 9 (doc.
dall’891)
Alatri –
Archivio Capitolare(933)
Alessandria – Liber
Crucis
Anagni - DeMagistris, Istoria … d’Anagni
Fumone
Versione del in , Il Diesirae e
l’innologia ascetica nel sec. XIII.
Roma, 1903, p. 139 –’46.
Banco
Versione del Diesirae.
ivi p. 139 – ’40 . In nota.
Acquapendente
Documenti mss. in Archivio municipale. del sec. XII.
Alatri
Documenti mss.
Nell’Archivio Capitolare, del 933;
nell’Archivio Municipale, del 1241
cf. XII, 486
>Anagni
Documenti mss.
Nell’Archivio Capitolare, del sec. XII;
Nell’Archivio Municipale, del sec. XII.
Stampati
In Roma, 1749.
Civitavecchia
Documenti ms.
Nell’Archivio civico, cf. Archivio der Gesellschaft XII,
566.
Corneto
Documenti mss.
Varj, con un copiario (Margarita Cornetana) contenente documenti dal 1201 al
1436, nell’Archivio Comunale. cf. Archivio der
Gesellschaft XII 474, edizione Da Orioli, Giornale Arcadico
1852.
Stampati
Wüstenfeld, Regesten der Wichtheren Urkunden zur Geschichte von
Corneto, 95 Regesten von 990 – 1314 in Pflugk – Harttung, Iter
italicum 529.
Fara
Mss.
Documenta S. Mariae de Fara, in Roma nell’; dall’anno
1020. Cf. Archivio der Gesellsch. XII, 408.
Farfa
Mss.
e dal 1132 in Farfa. Cf.
Archivio der Gesellschaft XII, 489.
; Biblioteca Vaticana
7854 – 7866;
edizione Blazani e Giorgi. Testi dal 705 con appendice dal 633.
Ferentino
Mss.
Vedi nell’Archivio Der Gesellschaft XII, 483.
Frascati
Mss. nell’, dal sec.
XV. Cf. Archivio Der Gesellschaft XII, 480.
Genzano
Stampati, in
, Roma, 1797.
Grottaferrata
Mss. nell’Archivio Berberiniano.
Rieti
Mss. , con documenti dal 772. Cf. Archivio Der
Gesellschaft XII, 488.
Stampe. Roma, 1765.
Sezze
Mss. nell’Archivio della Città.
Stampato In . Romae, 1757-
Subiaco
Mss. Carte e , in
. Cf.
Archivio der Gesellschaft XII, 486.
Terni
Mss. Carte nell’Archivio capitolare e in quello comunale
in quest’ultimo anche il Liber Reformationum(reforfazionum
sic.) del sec. XIV. Cf. Archivio der Gesellschaft XII, 552.
Stampato In Manassei, Alcuni documenti per la storia di Terni e Spoleto, 18
documenti dall’ 856 al 1267. Cf. serie III, v. XXII, p.367.
Terracina
Carte mss. nell’Archivio Vescovile, nel Capitolare nel
Municipale. Cf. Archivio der Gesellschaft XII, 482.
Carte stampate In . Romae, 1742.
Tivoli
Carte mss. e un Copiario dal 1520 nell’Archivio della città. Cf. Archivio der
Gesellschaft XII, 484.
Stampato Bruzza, Cartularium Tiburtinum in Studi del Palazzo
Spada.
Toscanella
Stampato In . Roma, 1778.
. Montefiascone, 1856.
Tuscolo
Mss. Historia dei Conti di Tuscolo, in Biblioteca Vaticana
codice 8043.
(Spogli)
Pergamene di S. Spirito;
˶ di Sancta Sanctor;
˶ di S. Silvestro in Capite (Archivio di St.)
˶ di S. Cosimato (Archivio di St.
˶ di S. Maria Maggiore
˶ del Capitolare Lateranense
˶ del Capitolare Vaticano
˶ della Collegiata di S. Maria in via Cata
˶ dell’
˶ dell’
˶ dell’
˶ dell’
˶ dell’Archivio dei Conti Cardelli Collicola
˶ Velletrane
˶ Tiburtine
˶ Alatrine
˶ Anagnine (un regesto dei sc. XIII - XV nell’Archivio di Stato, in
Copia.)
Terracina
Perg. Di Piperno (Catedrale)
˶ ˶ Sezze (comun. e Catedrale)
˶ ˶ Veroli (collegiata)
˶ ˶ Aspra in Sabina
˶ ˶ Rieti ( Catal. a stampa)
˶ ˶ Orvieto (Cod. Dipl. Fumi)
˶ ˶ Viterbo (Comune, Catedrale e
Archivio dei Domenicani)
˶ ˶ Vetralla (archivio comunale)
˶ ˶ Bagnorea (idm)
˶ ˶ Sutri (idm e Catedrale)
˶ ˶ Subiaco
Corneto (Margarita Cornetana)
Cominciare dallo spoglio dei Bollarj a stampa, dei Regesti, delle storie
municipali, ecclesiastiche e di famiglia.
Bianchi Giuseppe Indice dei documenti per la storia del Friuli dal 1200 al
1400, pubblicato per cura del Municipio Di Udine. Udine, 1877.
1125, Novembre 10 Medolico – A, 127.
Civitavecchia - Statuto in Annovazzi Storia di C. (Civitavecchia)
Viterbo – carta volgare – Statuti del sec. XIII latini – Cronache dal Della
Tuccia e di altri in
Documenti di Storia italiana t. V.
Nepi Carte in Hartmann
Lande in Rendiconti dei 1892
Diario di Cent. Lottieri dal 1459 al 1468 in Archivio vol. VIII
Vetralla - Lettera del sec. XV in Docum. cit. t. V.
Lazio
Velletri
I. Carte del sec. XV inedite nell’Archivio comunale.
II Rime del Jachini.
Lazio
Marino
I. Anonimo dei Fragmenta Historiae Romanae e della
II. Osservazioni e spogli sul dialetto marinese in Torquati, Origini della
lingua italiana, Roma, 1886.
Lazio
Cori
I. Poema su Faramondo di .
Frammento riportato dal nel suo
libro , inserito nella Proposta del , vol. II, pr.
II, p. 249.
Cori
Nel 1820 il Perticari, pubblicando nella Proposta
del Monti (vol. II. par. II) il suo libro Dell’amor
patrio di Dante, a p. 248, dava per primo la notizia di un aulico
poeta di Cori, nato nel 1274 «o in quel torno» per nome Virginio Lauriente ,
il quale «cantò il re Ferramondo di Francia in un poema che fu poi
pubblicato per le stampe d’ nel
1483». Soggiungeva il Perticari che la fortuna si mostrò avversa a quello
libro, con che sembra vedesse significare che la edizione andò perduta.
Certo è che il Perticari dice averne avuta la notizia da , il quale ne avrebbe trovato
una testimonianza «nella inedita storia Corana di frate Santo da Cori al
capitolo 55» e da quella avrebbe estratto un saggio del poema consistente in
sette terzine, che formavano il principio del canto VIII e che il Perticari
pubblicò nell’opera su citata a p. 249. Il , il , hanno
registrato nei loro repertori bibliografici il poema su Ferramondo stampato
dal Silber, e così anche la Chevalier nel suo Repert. Dei fondi storici del medio evo. Ma tutti rimandano al
Perticari e il Perticari rimanda al Biondi. Così dice anche lo Zambr.
Bastava questa autorità per far ritenere accertata la cosa? Lo Zambr non
dissimulò qualche esitazione pur senza motivarla. Ma se avesse saputo e
pensato che le bibliografie quattrocentine di Roma non fanno alcuna menzione
di questo libro, mentre pur ne registrano parecchi altri stampati dal
Silber, forse si sarebbe spinto anche più avanti nel dubbio. Certo è per
altro che il Perticari non è stato il solo a parlarne. Nel 1834 parlò
Marocco, 1838 ne parlò il . Anche
questi si riferiscono al Perticari, ma aggiungono ognuno cose che nel
Perticari e che non si possono credere di immaginate. È poi da notare che la
cronaca di frate Sante tuttor esiste…
Alatri
I. Capitali della fraterna de Sancto Sisto (1417 – 31;) editi secondo il ms.
orig. Dal De Persiis nel suo libro Del Pontificato di
S. Sisto I, Alatri, 1884)
II. ; Roma, 1881.
III. , nell’ t. X.
Sezze
I. Capituli et pacti fra lo magnanimo conte Antonio da Pisa da una parte e
dall’altra la magnifica comunità de Seczia. Stipul. Nel 1434; editi in
Marocco, Monum.ti dello stato pontificio, VI, 35.
Lazio
Terracina
I . Capituli di tregua fra Terracina e Sezze e altre terre vicine, stipulati
nel 1439. Editi in Marocco, op. cit. vol. VI, P. 37 – 41.
Anagni
I. Ritmo volgare di Bonifazio VIII.
II. Parafrasi verzeggiata dei
distici del pseudo Catone per mess. Catenacci.
III. Codice Vaticano
6401.
Carpineto
Iscrizioni (due) pubbl. dal Marocco, op. cit. V, 42,45. Quesiti intorno alle
medesime
Terra di lavoro
Montecassino S.
Germano
I. ; forse del sec.
XII; nella n°. 14.
II. Notabilia temporum di Cengelo de
Tummolillis.
Civitavecchia
Non conosco che lo Statuto antico di C.V. volgarizzato l’a. 1451 e pubblicato
secondo ms. originale esistente nell’Archivio di quel comune, Annovazzi
nella sua storia di Civitavecchia, Roma, Ferretti, 1853.
Nepi
I. Diario Nepesino di Antonio Lottieri dal 1459 al ’68 (nell’Arch. della
, VII,
115 – 82).
Viterbo
I. Le cronache e gli statuti della città di Viterbo del 1251 pubblicato da I.
Ciampi. Firenze, Cellini, 1872 Documenti di storia Italiana volume
II.
Estratti dagli studi delle arti: dei macellari (1384); de’ maestri di pietra
e d’architettura (1461); del legname (1465); de’ lanaroli (1511); de’
vignaroli (1522); dell’ortulari (1481); de’ calzolari e vaccinari (1544?);
(nell’Archivio della Società Romana di Storia patria, VII, 7 – 114).
III. (finisce al 1451; ed. nell’, IV (1888), 269 – 338.
IV.
Orioli, Il dialetto viterbese Nel trecento (Album di Roma, XXI, 332
ss.).
Archivio storico Per le Marche IV, 261.
Scarcare (demolire) Viterbo III. 271.