Leopardi, pensieri
/
Analisi psicologica
Osservazione sui (sic) psicologi moderni I, 160.
Dolore moderno e dolore antico I, 188, cf. 198, 215.
Sobrietà descrittiva degli antichi rispetto al lusso di particolare nei
moderni. I, 210.
/
Lingua
parole e termini, loro differenza.I, 221
I vocaboli si creano dove si formano le cose significate, I 227.
La parola è un’arte importante degli uomini. I, 248.
/
Latini
La vis comica in I, 87 confronti con ivi.
«il predicatore delle
illusioni» I, 107; cf. 268.
I, 172
I, 125-131;
Primordj in Roma della poesia, uccisa dalla imitazione greca. I, 161, cf.
Diffusione della loro lingua. I, 335.
/
Varia
Il poetico nell’insegnamento anche della matematica: I, 167.
Avversione del Leopardi ai romanzi per la loro esagerazione I,175.
(di
qui la sua avversione al romanticismo in genere, mentre pure egli è
romantico per eccellenza. Ma per lui il romanticismo era nient’altro che
un’esagerazione.)
Altra nota contro i romantici: I, 196.
Utilità del possedere più lingue: I, 204.
Delle imitazioni e loro valore: I, 249.
«Nella carriera poetica il mio spirito ha percorso lo stesso stato che lo
spirito umano in generale». I, 249 (La pagina in cui svolge questa
osservazione dovrebbe esser tenuta a commento dei Canti prima delle
lucubrazioni di tutti i dottori che vi scrissero sopra).
Le accademie e il loro influsso sulla letteratura. I, 251.
Su I, 302, 308.
Su I, 323 , 334.
Grafia, uso delle lineette...I, 325.
/
Sul dolore dell’usignolo in ,
281.
/
Folklore
Canti popolari di Recanati I, 119
.
/
Francesi
Hanno nella loro lingua familiari certe esagerazioni che sono vere e proprie
frasi della lingua, non di uno o l’altro scrittore… I, 85.
Con la loro pronunzia tolgono a molte parole «quel suono espressivo che
avevano in origine». I, 89 (cf. 146).
In che consista la duttilità della loro lingua I,
121 .
Il ridicolo dei francesi assai diverso da quello dei comici greci o latini.
I, 140.
Difetto di «grazia» nella loro lingua. I, 150 , cf. 310
Presero l’ü dai greci. I, 162.
La loro natura è «obbligata e avvezzata alla continua uniformità… per lo
spirito di società e d’eccessivo incivilimento». I, 186.
«Le grazie naturali sono affatto sbandite dal loro stile». I, 202.
Loro «disprezzo e quasi odio degli stranieri». I, 230.
Bossuet e la lingua francese. I, 318, 319.
Nemici del sublime. I, 339.
/
Leopardi: Pensieri.
Armonia delle parole e quanto essa sia diversamente sentita e gustata dagli
uomini. III, 1
Lingua comune. Tutte le lingue colte dell’Europa hanno un certo numero di
voci comuni, con le quali esprimono quanto di più sottile e di più
spirituale si venne dai moderni pensando oltre gli antichi, e con le quali
ancora talvolta esprimono cose già pensate e dette dagli antichi, ma più
sottilmente e finamente, secondo il progresso delle cognizioni e della
scienza.
Queste voci formano una specie di vocabolario universale e quasi una piccola
lingua nelle quali s’infondono gli scrittori e i parlatori di tutta l’Europa
colta. Ma, osserva qui il Leopardi, la massima parte di questo vocabolario
manca all’italiano, o per lo meno, in Italia è considerato impuro, e così l’Italia dal purismo si
faceva metter fuori di questo mondo e fuori di questo secolo. III, 6-7.
Facendosi a combattere quell’esclusivismo, il Leopardi vorrebbe che si
chiamassero barbari i gallicismi, non gli europeismi (p. 8) e di questi
vorrebbe arricchita la lingua italiana (p. 9), e sono belle le pagine
seguenti, dove il Leopardi spiega come vorrebbe procedere tale
arricchimento.
/
Superiore a Orazio I, 108 ;
sue proprietà esclusive. I, 110 ;
sua spontaneità. I, 110;
sua semplicità diversa da quella dei greci. I, 182;
in che principalmente differisca dagli altri poeti d’amore. I, 224;
le sue canzoni Spirto gentil e Italia mia sono il «il più eloquente eloquente
pezzo italiano». I, 120.
/
Lingua italiana
Alfabeto, come debba pronunciarsi I, 122; cf. 181; sue origini 158;
sua derivazione dal «volgare di Roma» I, 142.
Nella sua pronunzia del latino, come la francese, anche l’italiano ha tolto a
molte parole «quasi tutta l’espressione» che le dava il suono primitivo. I,
146.
Sulla questione che l’italiano debba arricchirsi attingendo al latino, non al
francese al tedesco ecc. I, 151, 55.
Sui gallicismi. I, 172.
/
Il romanticismo
Concetti unilaterali sul romanticismo.
Secondo il e il Leopardi.
Pensieri I, 95: Il Di Breme «vuole che la poesia moderna sia fondata
sull’ideale che egli chiama patetico e più comunemente si dice sentimentale»
(p. 95); riduce «la poesia moderna al solo patetico». (p. 98).
Della sentimentalità, Z. 177.
Superiorità della poesia antica rispetto alla romantica, secondo il Leopardi.
Z. 191 3.
Differenze tra ed Ossian, Z. 205 1,
2.
La grandezza naturale e spontanea negli antichi non nei moderni, Z. 207,
2.
Sugli eccessi della poesia Byroniana , Z. 224, 1.
Sensibilità; la espressione di essa nel Lazio comparve col mezzo di Virgilio,
Z. 232, 2.
Libertà e irregolarità dei versi classici, come Omero ecc. Z. 307.
Naturalezza di certi giochi presso i greci, artificialità degli stessi giochi
presso i romani, Zibaldone 328 in fine. Così nella letteratura.
/
Cinquecentisti I, 76; 169
alamanni. I, 170
. I, 171
Trecento I, 76; Petrarca : sua semplicità diversa da quella dei greci
sua
spontaneità I, 170; [I, 182;
superiore a Orazio I, 108,
proprietà
esclusive I, 110; le sue canzoni Spirto gentil e
Italia mia sono ognuna il più eloquente pezzo
italiano I, 120. (e vedi Petrarca).
Quattrocento I, 78. I, 166; 164;
168.
Seicento: I, 169 I,110, 115, 119, I, 111, 114, 115, 116, 117; , il solo italiano veramente eloquente, eccetto il
Petrarca. I, 120.
Settecento: I, 115, 116, 119, I, 117, 118; I , 118.
Ottocento: I, 125; 139.
Moderni: il I, 92; 131
i romantici
I, 94
I, 192.
/
Poesie rusticali: I, 166.
Apologo: nel I, 179.
/
Le etimologie del Leopardi nei Pensieri (Zibaldone):
Vol. I:
testa p.124.
blittri, blitteri marchegiano p. 143.
nausea p.205.
tomba
transversare
tomba e transversare
sono uniti da una graffa che rimanda all’indicazione: p. 218
baggeo
planer
demi fr.
serpo
salio
salto
Le parole comprese tra baggeo e salto sono unite da una graffa che rimanda
all’indicazione: p. 220
gridare a testa p. 222
impertinente p. 223
agevole p. 224
quanto a p. 256
tornio, tornire, tornare p. 327
trattenere p. 328
hanter fr. p. 421.
Volume III: repere, inerpicare, ripire, ripido, -ezza, p. 19
-eggiare p.
26; -icciare, -ellare, -olare, ecc. p. 27
Sull’etimologia in genere pp.
51-59.
Il latino vive ancora nelle lingue romanze p. 69.
Abitare da
habitis p. 97.
Gl, gn p. 101, 103, 104. ch, sci, acc. p. 114
/
Imitazione dei greci nocque ai latini e imitazione dei greci e dei latini
nocque agl’italiani. Leopardi, Zibaldone 54; in , 21,1. (cf. Z. 308, 2; 312, 2.) .
Uno dei caratteri del romanticismo è nel Leopardi la esagerazione, Z. 53,
2.
Opinioni del Di Breme sul romanticismo discusse dal Leopardi. Z, 15, 1.
Stetilizzazione delle facoltà ridotte ad arte, Z. 39, 1.
Modo diverso di rappresentare una immagine in e in Ovidio Z. 57, 1.
I veri idilli teocritei nostri non sono nel Sannazzaro ecc. Ma nella , nel . Z. 57, 2.
L’eccessivo dei romantici, Z. 74, 1.
L’espressione del dolore, diversa negli antichi e nei moderni, Z. 76, 4; 86,
1.
/
Sterilità dell’odio 59, 4.
Amor patrio degli antichi fu piuttosto amor di gloria 67, 3.
Perché tanto c’interessino le cose cantate dai greci e dai romani 192.
Pochi soldati napolitani stanziati a Recanati al tempo del Leopardi per uno o due anni bastarono
a introdurre colà molte parole ed espressioni del loro dialetto, 242.
La tirannia favorevole agli studj, 274.
/
Leopardi: Pensieri:
repere e ripire III, 19.
/
1. Le lingue romanze nella storia generale del linguaggio e nella storia
dell’incivilimento moderno.
4. Le lingue romanze nei loro rapporti col latino.
5. I coefficienti etnici nelle trasformazioni del latino.
6. Gli elementi eterogenei nella formazione delle lingue romanze.
3. Le lingue romanze, i loro dialetti, i loro vernacoli.
2. Le prime manifestazioni delle lingue romanze.
/
Corso 1904-’5
Parte I: Il Zibaldone di Giacomo Leopardi in rapporto al movimento moderno
della filologia romanza.
1. Quando fu scritto il Zibaldone – In quali condizioni fu scritto – con
quale scopo – Come pervenne a noi – Come fu pubblicato – Impedimenti
frapposti – Dallo stato per accertarne la lezione in luoghi dubbi e per
farne libero uso nel campo degli studj – Questioni filologiche trattate nel
Zibaldone – Sussidj per esaminarle negl’ indici compilati dall’ autore
medesimo.
/
Etimologie
nausea Leopardi I, 205 – cf. k. 5558.
/
: Grundriss der romanischen
Philologie:
fase. 1° (I, 1-139); Geschcichte der romanischen Philologie v. G. Gröber.
Fase. 4°-5° (II1, 97- 432) Übersicht über die lateinische Literatur von der
Mitte des VI jahrhunderts bis 1350 v. G. Grober
/
Leopardi, Zibaldone
Volume I cc. 1 – 456.
II “ 457 – 1206.
III “1207 – 1998.
IV “1999 – 2800.
V “2801 – 3518.
VI “3519 – 4079.
VII “4080 – 4526.
/
1°. Dedicherò come di solito qualche ora alla storia della filologia, e
poiché negli anni passati trattai della filologia nei secoli che
precedettero il XIX, quest’anno vorrei invece venire al XIX e soprattutto
chiamare la vostra attenzione sopra una grande lacuna di questa storia quale
finora è stata descritta dal Gröber.
2°. Qualche altra ora vorrei dedicare alla dialettologia italiana,
illustrando un canzoniere inedito.
3°. Altre ore vorrei riservare a questioni diverse di filologia.
/
Sul latino volgare
v. pp. 42, 34- 36, 32, 44,47-8, 95-6,
Sul greco nel romanzo
v. pp. 43, 44, 50, 47-8, 62.
Sull’alfabeto e sulla fonetica
v. p. 51-2, 54-5.
/
Imitazione. Suoi danni nei latini e negl’italiani
v. p. 54.
Poesia sulla matematica. p. 58.
Dialetti germanici– loro pregi: III, 465, 466.
Dialetti e lingua arcaica– V, 133.
Lingua poetica- V, 131.
/
Corso 1904- 1905. Lezione 1a.
Avvertenze sull’ordinamento della materia nella .
L’avere addossato l’insegnamento delle lingue neolatine al titolare di
letterature neolatine senza concedere al doppio insegnamento un
corrispettivo di tempo, ebbe per conseguenza che questa materia fu
addirittura strozzata.
Basti considerare che, mentre essa, fra tutte le materie che s’insegnano in
questa facoltà, è la più vasta; di fatto poi si trova esser quasi la sola,
cui non sia concesso più di un anno nel programma della facoltà; e che,
mentre nelle altre università questo solo anno è destinato tutto alle
letterature, qui esso deve bastare anche per le lingue!
Avverto questo non per fare lamenti, ma per togliere illusioni a chi, nuovo,
credesse di trovare in questa scuola quanto possa bastargli a maturarsi
nella materia. Una volta il numero ristrettissimo degli studenti permetteva
di fare qualche cosa di più, sia per la forma più familiare della
esposizione, sia per il maggior numero di ore di cui potevasi disporre
nell’anno. Oggi nemmeno ciò è possibile.
Il moltiplicarsi degl’insegnamenti obbligatorj e semiobbligatorj e il numero
cresciuto degli studenti costringono l’insegnante in certi limiti, che sono
assai più angusti di quanto erano in passato. E cresce l’angustia se si pone
mente allo ordinamento degli studj, nel quale oggi, capovolto l’ordine
razionale, la storia comparata delle lingue classiche, necessaria
preparazione allo studio delle neolatine, è assegnata all’ultim’anno di
facoltà, laddove le neolatine vanno al 2° o al 3°!
/
Un’altra difficoltà che è venuta crescendo, sta nella deficienza del
materiale scolastico. Una scuola di filologia dovrebbe dedicare buona parte
del suo tempo alle esercitazioni pratiche; queste naturalmente dovrebbero
esser condotte su le fonti non su libri di seconda mano, e perciò su mss. o
riproduzioni di mss. Così si fa nei maggiori istituti esteri, così dopo
molti stenti si era cominciato a fare anche qui, e la raccolta preparata per
la università di Roma servì utilmente anche a molte altre università. Ma
oggi il numero di quegli esemplari è così ristretto rispetto alla scolaresca
presente, che ho dovuto rinunciare a farne uso, e sostituire ad essi piccole
puntate a stampa…
Che se lo studente vuol supplire studiando da sé nelle biblioteche, e crede
di trovare nelle biblioteche di Roma quel che non troverebbe altrove, anche
lì avrà delusioni. Il prestito concesso in proporzioni troppo larghe è causa
che il meglio circoli quasi sempre fuori di Roma, ora chiesto da una
università ora da altra…
Ma di contro a questo peggioramento nelle condizioni della scuola rispetto a
certi studi, c’è pure da rilevare un miglioramento che in passato non si
aveva. Voglio dire del concorso della libera docenza.
In quest’anno vi sarà un corso libero in letteratura latina del medioevo
(prof. ), altro in grammatica
comparata delle lingue romanze (prof. ); altro in stilistica (pr. ); senza dire dei corsi di letterature moderne del
, e di stilistica del Salvadori. Chi abbia voglia dunque potrà supplire con
altri corsi al poco che potrebbe fare venendo soltanto qui.
Ma veniamo alle materie che vorrei trattare io in quest’anno.
/
Lavoro da fare in questo capitolo:
Comporre la nota dei fonti adoperati dal
Leopardi;
= la serie delle voci da lui attribuite al latino volgare;
raccogliere i criteri di metodo che lo guidarono, ed esporre le deduzioni che
egli trasse dai fatti osservati e le applicazioni che ne faceva alla storia
delle lingue neolatine
/
Traduzioni
Per tradurre efficacemente molte volte conviene foggiare vocaboli nuovi,
quantunque il lessico già possieda l’equivalente
di ciò che si traduce. «Se la voce non è nuova, non fa in noi
quell’impressione» che in altri fece l’originale. I, 89
«L’efficacia dell’espressioni bene spesso è il medesimo che la novità»...I,
91.
/
Alla poetica popolare volge l’occhio con curiosità, e lo colpisce il
ritrovare fra le plebi danesi la favola di e il vedere i tramutamenti nuovi che incontra
l’Asino d’oro in quei paesi (VII, 258). Altrove parla con simile
interessamento delle saghe scandinave, delle rapsodie finlandesi e (342-3);
dei canti serbi (336).
/
Leopardi filologo
A. Linaber, gli scritti filologici di Giacomo
Leopardi, Firenze, Cellini, 1881;
Colagrossi, studj sul Tasso e su Leopardi; Forlì,
Gherardi, 1882.;
G. Moroncini, il Leopardi filologo, Napoli; Morano,
1891;
G. Setti, il Leopardi filologo; nella , 1°
giugno, 1891.
/
La grande letteratura del medioevo restò quasi ignota al Leopardi, e quel
poco che ne conobbe, parve a lui così puerile e da “non costituire una
letteratura”. (VII, 313).
Il libro del Faber lo faceva propendere verso la teoria della
monogenesi nella storia delle lingue (VII, 314).
Nello studio del latino egli era risalito alla prosodia preenniana, e i libri
del Lindermann e dello sono da lui citati a conferma delle sue
induzioni circa i mutamenti di pronunzia nel latino e nel greco (VII, 315).
Payne Knight VII, 321.
/
Prosa
Sua arte I, 124; è la nutrice del verso I, 119;
/
Bello il pensiero su la vera poesia (VII, 383). Un pezzo che ne troviamo, ci
rinfresca e quasi accresce la nostra vitalità. Ma raramente se ne trova, e
il Monti – nota qui il Leopardi - non ne ha alcuno…
/
981, 1 (p. 313-4): deriva oculus da ocus, che si ritrova nel russo e deve
esistere nel latino volgare.
/
Indici e Cataloghi IV, fascicolo 2°.
Palatino 91 scritto nel 1361. p. 85.
/
Politica
A chi governa giova mantener diviso il popolo in due fazioni. I, 224, cf.
267.
Anarchia e dispotismo. I, 225.
Effetti dell’incivilimento moderno. I, 269.
/
Dialetti
Lo studio dei dialetti a tempo del Leopardi era ben poco avanzato.
Comunemente vi si vedeva non altro che corruzione della lingua, ed erano
oggetti di curiosità vaga piuttosto che di studio vero. Il Leopardi parla
spesso dei dialetti; v. VII, 453.
112, 4 (p. 223): trae dal latino impertinente,
ritenendo che fosse nell’uso volgare.
113, 2 (p. 224): trae agevole da agere, e ritiene
che i latini avessero anche agibilis
150, 1 (p. 256): rileva in Tacito un volgarismo in quantum ad (quanto a) invece di quod attinet
ad; 462, 2 (II, 5): vi riconosce un grecismo.
205, 2 (p. 308): crede che nell’italiano Oste
“albergatore e anche ospite” il latino Hostes sia
venuto a sostituirsi ad hospes.
228, 1 (p. 327): riconosce la base greca in tornio,
tornice, lat. tornus, (ne riparla al 932, 1)
230, 2 (p. 328): trattenere da intertenere.
II
366, 1 (p. 421): Discute l’etimologia di hanter
“frequentare, aver familiare” ecc. se dal nordico o dal greco.
380, 2 (p.116): rileva il volgarismo naturale est
non registrato dai lessici.
497, 7 (p. 25): studia il passaggio di significato di fabula da discorso a ciancia.
501, 2 (p. 28): movēre latino adoperato in senso
intransitivo Come italiano muovere.
595, 1 (p. 82): coquĕre nel senso volgare di
“molestare” notato in Virgilio, e dal Leopardi In
.
597, 1 (p. 83): nota l’uso popolare diventar di
stoppa per “istupire”, mentre nel latino non si trova più col
significato originario.
599, 3 (p. 84): nota che il significato di difendere per proibire non è gallicismo
ma del latino antichissimo.
928, 1 (p. 272): spegnere derivato dal greco; ma
dovette essere anche nel latino altrimenti non si troverebbe in italiano,
che solo possiede la parola.
/
Sentenze
“La pazienza è la più eroica delle virtù, giusto perché non <ha>
nessuna apparenza d’eroico”. I, 223.
/
Sul latino volgare.
Giusto il concetto del latino volgare nel Leopardi, retta l’applicazione che
continuamente ne fa nelle sue indagini etimologiche; e dove ne ricostruisce
parti, egli procede sempre con quel rigore cosciente di metodo, che la
scuola moderna inculca. Non gli basta quindi di argomentare l’esistenza a
priori da raffronti che gli sovvengono nel latino letterario o “scritto”. Ma
è la pluralità dei riflessi moderni che lo decide. ved. Per esempio a p. 459
del vol. VII, dove ha parlato della formazione di avverbi di preposizioni in
italiano che essi fossero proprj del latino volgare, osserva egli, apparisce
non solamente del trovarne alcuni nel latino scritto, ma anche perché
“comune a tutte tre le lingue figlie”. Etimi determinati a questo modo ved.
ivi p. 454.
/
Il concetto del latino volgare era andato oscurandosi sempre più fino al
che ne volle trar fuori la
sua langue romane. Non solo il e il Monti ne restarono illusi, ma per
un certo tempo anche il (Poes. d.
troub.…); e se il Diez rimise più tardi la questione sul suo vero tramite,
ciò fu per il metodo con cui egli prese a ristudiarlo per suo conto.
Descrizione del latino v. nella grammatica del Diez (1835-55). - Studj
successivi per completare in questa parte il Diez (, ); e
quando si è conosciuto tutto questo lavorio, se ci volgiamo agli studj
isolati del Leopardi – anteriori a tutti costoro – non possiamo non essere
colpiti dalla rettitudine e dalla giustezza di essi.
Non si lasciò illudere dal Sistema Raynouardiano. Piuttosto che perdersi
nelle definizioni, cercò i fatti, li andava raccogliendo giorno per giorno e
si contentava di esaminarli senza troppe deduzioni.
/
2) E dalla raccolta dei fatti egli si eleva anche alle ricostruzioni, ma con
quanta cautela! …
1) Trova nuove fonti (Celso).
Lavoro da fare per questa parte, capitolo da ordinare.
/
Leopardi, Zibaldone
Civiltà antica diversa dalla moderna 4171, I.
Il latino dopo il Risorgimento fu danno e ritardo al progresso 3336, I; 3338,
I.
/
Mutabilità del linguaggio e suo conseguente e progressivo scindersi,
divariare e moltiplicarsi in dialetti. -v. le buone pagine su questo
argomento in II, 276-282 , nelle quali anche si delineano felicemente altri
concetti generali su la natura delle lingue, e sull’assurdità di una lingua
universale ed artificiale (v. p. 280).
V. ancora III, 275 , ove si rincalzacetto del progressivo moltiplic il
conarsi dei dialetti e si intuisce la vera
ragione per cui, ad esempio, i dialetti vigoreggiano più o meno in certi
tempi e in certi luoghi. Così V, 133, dove si parla della lingua poetica in
genere e dell’arcaismo che spesso si confonde col dialettalismo; sul che v.
ancora V, 150-3.
Leopardi. Sul latino volgare:
32, 2: argomenta a un latino v. testa con valore di
“capo”, dal fatto che noi chiamiamo il capo anche la
coccia.
32, 4 (p. 125-31). Partendo dall’esame di un passo di Celso (Cornel. Celsus, De medicina) e raffrontandone
altri, dimostra che “questa prosa...fosse presa dal volgare di Roma” (p.
129).
Indi passa a esaminare il Libellus de arte dicendi
attribuito pure a Celso, trova in alcuni costrutti volgari una ragione per
riconoscervi lo stesso autore, quantunque l’opuscolo accenni ad alterazioni
e guasti posteriori (p. 129-31).
42, 1 (p. 142): argomenta l’italiano derivato dal volgare di Roma pel fatto
che essa conserva parole antichissime latine “poi andate in disuso presso
gli scrittori”.
43, 5 (p. 143): nota che blittri, del nostro uso
comune ma non registrato dai vocabolari, è d’origine greca.
95, 2 (p. 205): nota nausea, latino nausea dal
greco ναυτία.
97, 3 (p. 218): argomenta un latino v. tumbus o tumba dal fatto che noi abbiamo tomba e che i greci dicevano τύμβος nello stesso
significato.
97, 4 (p. 218): altra osservazione sul greco Kαμάρα per cubiculum
109, 1 (p. 220): riconosce una base latino In
baggeo, e nota buonus
per bonus già in .
11, 1 (p. 222). trae la frase gridare a testa dal
greco.
/
Sul Valaco II, 312, 313.
Romania II, 313.
Chj = cl latino II, 313 n.
/
Malgrado certe apparenze, l’italiano rispecchia il latino meglio che il fr.
E lo spagnolo 203-206.
Mancanza di letteratura proprio nella Spagna e nell’Italia moderna. 238.
Mancanza nel fr. di una lingua poetica 244-5.
Differenza tra i neologismi tratti dal latino e quelli tratti da lingue
esotiche. 246.
Non è sicuro che la lingua greca sia madre o sorella della latina. 319. Ma
madre della letteratura latina e della italiana spagnola ecc. è la
letteratura greca! 319-21.
Concetto degli allotropi ben chiaro nel Leopardi . 335.
/
Allegria della paura VI, 6.
pitto e pinto, ragione delle due forme 17.
impassibilità del povero II.
Latino volgare 27.
Lingua poetica di Dante e Petrarca comparata con quella di Omero 29.
Sperare= aspettare 36.
Le lingue spagnola francese ecc. servono per argomentare al latino antico e
al latino volgare 37.
Conformità dello spagnolo col latino maggiore che nelle altre lingue romanze
37... 44.
Derivazioni dall’accusativo latino o dall’ablativo nell’italiano e nello
spagnolo 204.
La sentimentalità di Byron 206-207.
Conformità della letteratura moderna spagnola e della moderna italiana. - Ciò
che noi vediamo bene e di lontano, ci rispecchia quel che segue in Italia –
utilità quindi della compassione. 214.
/
soltar ecc. spagnolo III, 212-23.
genio III, 216.
guai = vae II, 305, 476 .
poeticità delle parole III, 217, 369, 374, 389.
hurtar sp. III, 234.
verbi continuativi III, 292.
scrittura e pronunzia nel fr. III, 294.
golpe, deguiser, vizzo ecc. III, 305
caput III, 312.
agevole = III, 364.
hueco sp. III, 372.
pronunzia v. gl III, 383.
del latino in Gallia, 456.
argomenti sul latino volgare III, 385.
favellare III, 440.
vastus III, 452.
futuro romanzo III, 469.
quietari III, 480.
/
Vol. II= pensare p. 16.
favola e favella 25-6.
muovere =andare 28.
in comparazione, rispetto ecc. 32.
inde = donde 34.
cuocere e coquere 82.
diventar di stoppa e stupire 83.
defendere = prohibere 84.
e teta greco differenze di pronuncia 145.
potenzialità del latino 160.
composti con ducere e facere 161.
torvo e torvamente
183.
s impura 200.
favellare, hablar 232.
sdoppiamenti del linguaggio 276.
tornare, tourner 283.
/
etimologia, lessico=
italiano coccia = latino volgare Testa = latino classico caput. I, 124 .
blittri, blitteri = blitri (alfabeto greco). I, 144.
nausea. I, 205
tomba 218.
Kαμάρα (alfabeto greco) I,
218.
baggeo, planer fr. Serpo, salio, sudor
buonus per bonus; demi fr. da ημi-semi!
baggeo e buonus sono
uniti da una graffa che rimanda all’indicazione: I, 220.
Impertinente I, 223.
agevole I, 224.
quantum ad I, 256.
oste I, 308.
torno 80 da τορνοω. I, 327.
intertenere I, 328.
/
veggio 105, 106
vedo 105 più volte
lauro 105
carchi 105
carche 105
formosissima 105
latèbre 128
sparte (-se) 105
tenèbre 135
palpèbre 135
loco 104
brando 106
lùgubri 187
foco 106
scheletro 189, 207
italici 106
itala 106
itali 166
estranie 106
aura 115
polve 106
fraudi 132
frodi 156
gioventude 106
templi 114, 124, 207
tempio 112
scempio 151
natia 106
esempli 114
esempio 115
esemplo 117
correan 106
salia 107
toglieasi 107
parea 107
attendea 107
alme 106
dea 107
passeggiere 107 (sing. masc.)
coprir (perf. 3a) 107
foro (furono) 107
furo 168
etra 107
lacrime 107
piagna 113
lito (lido) 107
lidi 111, 132, 156
liti 116
lido 119, 122, 124, 206.
perigli 107
lion 107
/
-ate, -ute
gioventude 106
virtude 108, 124
età 106, 115
etade 109, 114, 115
etade 119, 120, 141, 142.
libertà 112
virtude 109, 115, 119
necessitade 154
virtù 112, 118
pietade 110, 112, 144
beltade 157
età 117, 118
virtudi 110
eternità 207
amenità 117
cittudi 111, 130, 198, 206
pietà 205, 210
vanità 117
schiavitude 111
probità 204
gioventù 120
viltade 115
età 198, 202, 205, 214
beltà 120, 133
etade 118, 125, 213, 214
oscurità 198
età 120, 125
virtude 120, 122
città 194, 201, 206
virtù 122, 124
beltade 121, 137, 178
beltà 194
pietà 124, 129
libertade 121
felicità 193, 203
necessità 124
virtude 156
mediocrità 193
età 120, 125
virtudi 161, 165, 191, 195
civiltà 192, 202
pietà 130, 145
necessitade 176
libertà 186, 202
servitù 131
pietade 187
voluttà 183
virtù 134
etadi 189, 200, 207
vanità 183
verità 137
felicitade 196
età 182, 195, 196, 197
età 138, 143
facoltadi 196
virtù 181, 190, 192
gioventù 139
cittade 200
immensità 178
immensità 140
pietade 204
età 177, 197
beltà 142, 144
oscuritade 212
viltà 177, 182
felicità 143, 145
gioventù 168, 198
pietà 148, 149
età 166, 174, 175
beltà 148, 152
beltà 166, 179, 184
felicità 151, 154
felicità 164, 180, 192
età 152, 155
beltà 162, 162*
necessità 154, 154*
pietà 161, 165, 207
felicità 155, 155*
verità 161
gioventù 156, 156*
età 156, 157, 163
virtù 156, 160, 177
/
condizionale
compiangerìa 117
fôra 152
direbbe 118
saria 152
appresterebbe 118
potria 154
farebbe 152
potria 186
sosterria 214
/
ĕ
fera 111, 126, 127
fiero 151
intera 118, 143, 166
alteri 121
intero 135
leve 142, 152
lieve 190
lievi 193
gel 158
altere 190
/
ǒ
loco 106, 120, 138, 146, 154*, 171, 202, 208, 212] luoghi 167 lochi 183,
188, 200, 207
foco 106, 120, 137, 137*, 161, 208
cor 109, 112, 120, 127, 135, 136, 136*, 137, 137*, 139, 140, 143
core 110, 113, 120, 122, 133, 135, 135*, 136, 136*, 136, 137, 138, 139,
141, 141*, 143, 146, 147, 147*, 149, 152, 153, 163
dinovo 111
accora 111
percoter 114
cori 163
cor 143*, 146, 149, 149*, 150, 150*, 151, 151*, 157, 158, 159, 160, 162,
164, 165, 166, 168
novo 114, 127, 152, 157, 159, 167, 175
gioco 119, 122, 132, 139, 146, 161, 176, 195
mova 120
movi 122, 168, 177 move 134, 146, 156 movo 168
scote 124
rote 122, 147 ruote ISI (tormenti)
percote 124
scole 124
commove 124 commova 146 mover 183
roti 127
nova 127, 160, 163
vòte 129, 177 vòta 132 vòto 139, 204 vòti 157, 166
rinnova 131
novi 131 rinnova 211
bove 131, 194, 203, 206
more 138, 188* muor 149
scopre 154
giochi 155
risona 200
aiuole 164
figliuoli 207
erbaiuol 173
legnaiuol 175
paiuoli 194
move 169, 177
core 170, 177, 179, 185
discopri 170
copre 205
cor 172, 177, 179, 180, 182, 185, 189, 213
nova 173, 178, 180, 184, 197
novo 184, 193, 195, 196, 202
novi 186, 187
fera (sost.) 212