Roma,
9 giugno 1873
Mio egregio signore
Innanzi tutto la prego di scusarmi del mio silenzio dopo la sua carissima del 24 maggio; ma in questi giorni la morte è venuta per la seconda volta a portare il lutto nella mia famiglia, e ciò mi ha fatto mancare a più di un dovere.
Inserirò col massimo contento nella tanto l’, quanto l’altro studio di cui vi parlo nella mia ultima.
Che il primo sia un lavoro lungo, non fa nessun ostacolo per voi, purché a Lei non spiaccia di ripartirlo in più fascicoli come già fece nel . – L’altro , che ella mi scrive di avere già quasi in pronto, e che desidera pubblicare presto, potremo cominciare a stamparlo nel fasc. 3.
Solo non posso prometterle di porvelo per intero finché non sappia il numero approssimativo delle pagg. che occuperà, essendosi già ricevuti per questo fasc. altri lavori. – Si porrà mano alla stampa verso il 20 del corr., e spero che d’ora innanzi non si verificheranno più questi indugi che dobbiamo / deplorare nel 2° per la lentezza incredibile della fonderia che doveva fornirci alcuni tipi. Degli estratti (con copertina, frontispizio e numerazione separata) siamo soliti dare 30 es.
Se però Ella ne desiderasse di più, me lo dica francamente, ché farò ogni mio potere per poterla compiacerla.
La ringrazio delle cortesi parole con cui Le piacque accogliere i "". Esse mi saranno di un caro incoraggiamento nella pubblicazione del che mi costa dure e spesso nojose fatiche.
Le stringo cordialmente la mano
Suo devotissimo amico
P.S. Se io sapessi il titolo del secondo suo lavoro, l’annuncerei assieme cogli altri lavori sulla copertina del 2° fasc. che si stamperà sul finire di questa settimana.